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Skydiving

I

l desiderio più estremo nell’immaginario di ogni essere umano è senza dubbio quello di volare. Non su un aereo, ma liberamente fluttuando nell’aria senza più pensare alla forza di gravità. Grazie allo skydiving questa sensazione la possiamo provare tutti facendo evoluzioni e piroette, andando in ogni direzione veloci come proiettili e capovolgendosi a testa in giù. Insomma come ci si sente più a proprio agio.

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Un’esperienza tanto affascinante quanto spaventosa, che di solito si rinvia all’infinito con la scusa che prima si è troppo giovani, poi troppo impegnati, che si hanno figli, che si soffre di vertigini e così via, e nonostante ognuno abbia sempre sognato di farlo, alla fine la paura spesso prende il sopravvento.

La prima volta che abbiamo pensato di farlo è stato dopo aver visto il film cult Point Break, che grazie al fascino di Keanu Reeves e Patrick Swayze, ha rappresentato il mondo dello skydiving come pura adrenalina appassionando noi e tantissima altra gente in ogni parte del

Equipaggiamento all’avanguardia, drop zone, certificazioni obbligatorie e dispositivi di sicurezza. Tutto questo ha permesso la diffusione dei centri di paracadutismo in tutta Italia che offrono di lanciarsi, dapprima in tandem con un istruttore e poi, se ci si appassiona, da soli dopo aver frequentato il corso.

Ecco dove abbiamo deciso di fare Skydiving

Abbiamo scelto per il nostro primo lancio SkyDive Costa d’Argento a Orbetello, a due passi dal Promontorio dell’Argentario nel sud della Toscana, perchè è senza dubbio uno dei panorami più belli d’Italia, visto che anche l’occhio – premesso che si riesca a tenerli aperti – vuole la sua parte!

[Leggi il nostro racconto di viaggio all’Argentario per maggiori informazioni sulla zona CLICCANDO QUI]

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La notte prima i dubbi non ci avevano fatto dormire, ripensando (probabilmente come succede a tanti) a quanto sia bella la vita per buttarla via saltando da un aereo.

La mattina, dopo una leggera colazione, ormai convinti che saremmo almeno dovuti andare a vedere di cosa si trattava, siamo arrivati al centro Skydiving Costa d’Argento. Sulla pista in erba, ci attendeva un piccolo aereo Pilatus, progettato appositamente per decollare ed atterrare in poche decine di metri. Sedili? Macché: motore, una panchina, capienza massima 9 persone compreso il pilota e un portellone scorrevole che non vorresti mai si aprisse!

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Dentro al grande hangar incontriamo altri paracadutisti, chi al primo lancio come noi e chi invece ne ha fatto una ragione di vita. Senza darci neanche il tempo di scappare, gli istruttori ci aiutano ad indossare l’imbracatura e ci fanno un piccolo briefing. Il lancio in tandem, agganciati ad un istruttore, prevede che il grosso del lavoro lo faccia lui, quindi le informazioni sono giusto quelle essenziali (secondo noi sempre per non farci pensare a quello che stiamo per andare a fare!).

La quota di lancio è 4200 metri che raggiungeremo dopo circa 10 minuti dal decollo. Appena ci butteremo, si aprirà una vela che serve per stabilizzare e rallentare un po’ la caduta libera, altrimenti – visto che si è in due – si andrebbe ad una velocità troppo alta. 60 secondi circa di free fall in cui si scende fino a 1200 metri, poi si apre il paracadute vero e si scende per altri 6-7 minuti fino all’atterraggio.

Vai con il nostro primo lancio in tandem!

Mentre andiamo verso l’aereo l’adrenalina comincia a salire. Montiamo su, l’elica comincia a ruotare più velocemente, i giri del motore aumentano e il decollo è quasi immediato. Prendiamo quota e il paesaggio mozzafiato ci distrae per un attimo dal terrore puro. Sotto tutto diventa sempre più piccolo, le strade, i campi, i paesini, non molto diverso da quello che si vedrebbe su un aereo di linea con la differenza che su questo piccolino sembra di essere a contatto diretto col cielo.

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Quando il portellone si apre e i primi paracadutisti iniziano a buttarsi il cuore comincia a battere all’impazzata ma subito dopo, almeno per noi, la freddezza prende il sopravvento: ormai è fatta, non si torna indietro (se non con un salto nel vuoto!). Ci posizioniamo con i piedi fuori dall’aereo, testa indietro, bacino in avanti e… JUMP!

I primi istanti tolgono il respiro, ma in pochi istanti il corpo si assesta sorretto dall’aria e pur cadendo a una velocità di circa 200 km/h si ha la sensazione di essere sostenuti in aria. Praticamente si vola, anche se la velocità si fa sentire, ed è meraviglioso. Bisogna solo ricordarsi di compensare, come nelle immersioni, altrimenti le orecchie fanno male.

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Intorno ci sono altri skydivers che effettuano evoluzioni e si divertono ad avvicinarsi prendendoci addirittura per mano, sfrecciando intorno a noi facendo foto e video.

Raggiunta la quota di 1200 metri, l’istruttore apre il paracadute. Una spinta all’insù, come se qualcuno improvvisamente ci trattenesse, e poi si inizia a planare, il fruscio assordante diventa un piacevole venticello e si tira un sospiro di sollievo. E’ solo in questo esatto momento che si comprende di essersi lanciati da un aereo. Wow, ce l’abbiamo fatta!

Ah, tranquilli … esiste comunque un paracadute di emergenza che si apre da solo con un dispositivo a pressione quando si è a circa 250 metri dal suolo qualora quello principale non sia stato ancora azionato. Non suona molto incoraggiante ma è sempre meglio saperlo.

Mentre si atterra sulla pista, con una leggerezza e precisione impressionanti, si è in balia delle emozioni.

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Perché il primo lancio è un po’ strano. Non è semplice adrenalina, ma un cocktail di sentimenti che rimangono dentro di noi, e ricompariranno ogni volta che ci pensiamo stuzzicando la nostra mente con l’idea di ritornare a fare un nuovo lancio!

 

Watch the video!!!