Scuba diving
Mentre Miky ha conseguito il suo primo brevetto nel paradiso dei divers, sul Mar Rosso, per Kiro è stata un’esperienza diversa. Corso PADI alle Maldive con un traumatico completamento all’Argentario, qualche mese dopo, che svelava tutta la differenza abissale (se permettete il gioco di parole 🙂 tra, appunto, le calde acque colme di pesci delle mete esotiche e il “pesante” e desertico mare nostrum, naturalmente in paragone con le prime.
Da noi, infatti, da Lampedusa all’Elba, dalla Sardegna alle Tremiti, si pratica Scuba Diving ma più che altro per conseguire i brevetti e tenersi in allenamento, salvo per gli amanti dei relitti disposti a raggiungere profondità notevoli per esplorarli.
Ma se si vuole scoprire la vera bellezza del mondo sommerso i posti sono altri, a partire dal TOP, il Mar Rosso, per passare per le Maldive, i Caraibi e la lontanissima Polinesia.
Mar Rosso
Il Mar Rosso è imbattibile ovunque, da Sharm El Sheik a Marsa Alam e Hurgada, con un’enorme quantità di centri diving lungo le coste egiziane. Le immersioni garantiscono sempre il massimo per qualsiasi subacqueo al punto da poterlo definire un vero e proprio “paradiso sommerso”. Per noi è in assoluto il regno della Scuba Diving!
[Leggi il nostro racconto di viaggio a Marsa Alam – Mar Rosso cliccando qui]
L’unicità della costa egiziana del Mar Rosso, lunghissima, brulla, arida e battuta dal vento, che si estende per centinaia di chilometri di nulla assoluto, sta proprio nel magnifico contrasto tra la superficie, dove il deserto roccioso finisce nel mare blu, e il paradiso subacqueo di pesci e coralli colorati della spettacolare barriera che pullula di vita.
La barriera corallina è accessibile e in molti tratti sottocosta che trasforma non solo le immersioni ma anche le semplici nuotate per fare snorkeling in esperienze incredibili.
La località più esclusiva, anche per fare diving, è Marsa Alam dove i resort (di solito grandi villaggi turistici all inclusive di cui alcuni davvero lussuosi) sono costruiti nei punti dove la barriera corallina arriva quasi a toccare la spiaggia. Molti hanno dei pontili con accesso diretto alla barriera e tutti sono dotati di Diving center all’interno. Ciò permette, oltre alle immersioni, in qualsiasi momento della giornata e quante volte si vuole, di indossare la muta appesa sotto l’ombrellone o sul terrazzo della camera e di entrare in acqua per una nuotata tra coralli coloratissimi, pesci esotici di tutti i tipi, mante e tartarughe.
E se si vuole di più, ci sono le escursioni diving che sono un vero e proprio must. Si raggiungono luoghi di incredibile bellezza, tra cui due in particolare. Il primo è Sataya (o Dolphin Reef). Si parte dall’hotel alle 05.30 e dopo due ore di auto si entra nel Wadi El Gimal National Park per poi arrivare al porticciolo di Hamata. Da lì ci si imbarca su uno degli yacht attrezzati per immersioni e snorkeling e dopo altre due ore di navigazione si raggiunge Sataya, è un grande reef a forma di ferro di cavallo, in mezzo al mare aperto, che forma una specie di laguna protetta, fondali di sabbia bianchissima e … branchi di delfini con cui nuotare. Un’emozione unica. Pecche? La quantità eccessiva di barche e persone. Servirebbe fare un numero chiuso per i visitatori giornalieri.
Un’altra località paradisiaca è Sharm El Luli, a circa un’ora di auto a sud di Marsa Alam. Una grande spiaggia deserta, acqua turchese e una barriera corallina circolare davvero spettacolare. Il tutto in mezzo al nulla. Perché è questa forse la cosa che colpisce di più chi viene a El Luli. Nonostante sia un luogo di incredibile bellezza non c’è nemmeno un baretto o qualche struttura, solo tre capanne dove i visitatori possono indossare le mute e le maschere prima di immergersi. Il tutto con le rocciose montagne del deserto a fare da sfondo. Sharm El Luli consente anche ai meno esperti di godersi appieno questa barriera strepitosa, fatta di coralli di forme e colori più svariati e abitata non solo da pesci ma anche di razze e tartarughe.
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Maldive
Alle Maldive abbiamo fatto tante bellissime immersioni, comprese quelle per ammirare gli squali, anche se, nonostante siano passati tanti anni dal devastante tsunami, in molti atolli la barriera corallina non ha ancora recuperato la sua originaria struttura.
La colpa è anche del Niño che sta sbiancando molti dei coralli e l’unica raccomandazione è di verificare lo stato della barriera prima di scegliere dove andare (ci sono diversi siti web che riportano queste informazioni).
Praticamente ogni isola ha il suo diving, specialmente nei resort dove i centri per le immersioni sono tutti di ottimo livello. Da li ci si sposta in barca per raggiungere i vari punti di immersione.
Messico
In Messico, a Tulum, le specie marine erano sicuramente meno e oltretutto l’attrezzatura (e la sicurezza) lasciava un po’ a desiderare. Come se non bastasse, arrivati al punto di immersione abbiamo scoperto che il capitano della barca e l’equipaggio erano stati arrestati la notte prima per guida in stato di ebrezza… Non c’era un granché da fidarsi!
Solo grazie a un pescatore in cerca di un ingaggio siamo riusciti a uscire col nostro istruttore e a fare una delle più belle immersioni della nostra vita nuotando per un bel po’ con una simpatica tartaruga!
Non perdetevi i nostri racconti di viaggio in Messico, alle Maldive e sulle coste del Mar Rosso!