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Vacanza in Irlanda on the road

Erano anni che volevamo organizzare una vacanza in Irlanda, ma per un motivo o per l’altro l’avevamo sempre rinviata. Almeno fino alla scorsa estate in cui abbiamo deciso di sfidare il clima incerto – vento e pioggia si alternano in pochi minuti a sprazzi di cielo azzurro (il famoso “cielo d’Irlanda”) e arcobaleni – e i prezzi dei biglietti aerei davvero poco abbordabili nei mesi estivi – eh sì, perchè nonostante l’Irlanda sia la patria delle compagnie low cost, da giugno ad agosto le tariffe si alzano anche per via dei tanti studenti che vengono a fare vacanze studio.

Alla fine, quindi, ci siamo decisi, complice il caldo torrido di agosto che ci ha fatto venire voglia di scappare dalle alte temperature per qualche giorno, rigenerandoci in un posto dove maglioni e giacche a vento sono d’obbligo anche in piena estate.

L’itinerario della nostra vacanza in Irlanda

Per iniziare la nostra vacanza in Irlanda on the road abbiamo scelto come punto di arrivo (e ripartenza) la capitale Dublino, scelta non troppo difficile visto che è il principale aeroporto del paese. Un giro di 7 notti complessive, sufficienti per visitare ciò che merita senza rischiare di annoiarsi.

Durante la ricerca dell’itinerario perfetto ci siamo subito accorti che il primo problema da superare sarebbe stato trovare alloggi adeguati al nostro standard. L’offerta è perlopiù di ostelli e camere in guest house, pochi hotel 4 stelle che comunque offrono il miglior rapporto qualità-prezzo (alcuni – quelli più moderni – sono davvero belli e di design) e pochi 5 stelle a prezzi decisamente proibitivi soprattutto se all’interno di castelli e dimore storiche, che però valgono ogni centesimo che si spende per lo charme e l’atmosfera che emanano, magari affacciati su uno dei tanti campi da golf sparsi lungo la costa.

La parte più interessante dell’Irlanda è sicuramente la costa, soprattutto quella atlantica, con qualche divagazione verso l’entroterra. Per questo il giro che abbiamo fatto è un cerchio in senso antiorario con le seguenti tappe:

  • Dublino
  • Kilkenny
  • Rock of Cashel
  • Cork
  • Ballybunion
  • Ring of Kerry
  • Cliffs of Moher
  • Isole Aran
  • Adare
  • Birr
  • Dublino

Alcuni consigli per organizzare al meglio la vacanza in Irlanda on the road

In Irlanda si guida a destra e di solito il primo giorno le difficoltà sono tante, prima fra tutte quella di entrare in macchina sempre dalla parte sbagliata! Occorre poi fare la massima attenzione a non andare contromano, ricordarsi che le rotatorie si prendono al contrario (ossia in senso orario) e sulle strette strade di campagna prendere le misure a volte non è facile. Alla fine ci si abitua, ma non ci si può mai distrarre.

Bisogna tener presente, poi, che gli irlandesi mangiano presto e che tutto ha orari molto spostati in dietro. Quindi le principali attrazioni tra cui castelli, cattedrali e quant’altro chiudono verso le ore 17 e spesso anche prima.

Il caratteristico clima di pioggia e vento obbliga a vestirsi a strati e nessuno usa l’ombrello. All’inizio può sembrare strano, ma se ne capisce il motivo molto presto: il vento è talmente che l’ombrello si romperebbe alla prima raffica. La ricetta, quindi, è avere un’impermeabile con cappuccio, cappello e scarpe anti-pioggia.

La lingua. Per quanto uno pensi di parlare bene l’inglese, ben presto ci si accorge che qui è un po’ più complicato: l’accento è molto particolare e a volte usano parole davvero incomprensibili e per quanto si sforzino non riescono comunque a rendersi più chiari.

Poi c’è la questione culinaria. Il primo giorno, a Dublino, avevamo ordinato quattro piatti tipici diversi che, appena arrivati, sembravano diversi, ma assaporandoli erano assolutamente uguali, stessa carne, stesse verdure, stesso sapore. Diversa era solo la presentazione.

La carne è sicuramente la pietanza principale, con qualche piatto a base pesce e sopratutto le ostriche. Il tutto guarnite con patate e verdure, pane dolce e burro salato. Tutto davvero molto buono ma anche un po’ monotono. In ogni caso il giudizio sulla cucina è decisamente positivo. Bisogna anche ricordarsi che quasi ovunque le cucine dei ristoranti chiudono alle ore 20, con poche eccezioni.

Infine, ci sono i pub che in Irlanda sono quasi un luogo di culto. Anche nel paesino più sperduto c’è almeno un pub dove però si beve e basta. Anche quelli che hanno la cucina, dopo le 20 non servono più da mangiare e si va avanti fino a tarda notte solo con birra e whiskey.

Dublino

Per soggiornare nella capitale irlandese, tra le numerose proposte di hotel, la nostra scelta è caduta sulla modernissima zona dei Docklands, quella degli ex depositi portuali lungo il fiume Liffey. Oggi è un’area completamente rinnovata piena di nuovissimi business hotel, moderni e vivaci, come quello che abbiamo scelto noi, il Gibson Hotel.

Il cuore dei Docklands è la famosa sala concerti 3Arena dove fa capolinea il comodissimo tram che porta dritto sia in centro che alla fabbrica della Guinness consentendo di non prendere mai l’auto, vista la difficoltà a parcheggiare in strada.

Dublino è una città ordinata e pulita, nordica, che non può certo impressionare con chissà quali monumenti o angoli pittoreschi però comunque molto piacevole, vento e pioggia permettendo. L’unico angolo davvero caratteristico sono in realtà i pochi pub racchiusi intorno al celebre Temple Bar nell’omonimo quartiere dell’Old Town.

Le principali attrazioni di Dublino si trovano tutte più o meno sulla stessa linea e sono i Docklands, il centro storico con Temple Bar (il luogo più interessante e tipico), il Castello, il celebre campus universitario Trinity College, la Cattedrale di St. Patrick (patrono del paese) e il maestoso complesso religioso di Christ Church. A una ventina di minuti da lì si trova anche la fabbrica della Guinness, da non mancare. Il resto sono pub … pub e ancora pub!

Una passeggiata sul lungofiume, a piedi o in bici grazie ai numerosi bikesharing, è da fare e permette di percepire come Dublino cresca e diventi più moderna e d’avanguardia in un gioco di architettura e rigenerazione urbana.

Il cuore della città si sviluppa intorno al Trinity College, da visitare quest’ultimo gratuitamente girando i vari cortili o prenotando le numerose visite guidate alla famosa biblioteca e al Book of Kells.

A poca distanza a piedi si trovano il Castello di Dublino e la Christ Church Cathedral, uno dei principali monumenti religiosi di costruzione abbastanza recente, completata nel 1870, e molto suggestiva.

Come già detto, la parte più caratteristica e divertente di Dublino, sopratutto di sera, è sicuramente la zona di Temple Bar il cui cuore pulsante è l’omonimo pub rosso che è una specie di icona della città. In tutti i locali di questo quadrilatero si riversano fiumi di birra, musica dal vivo, chiasso ed allegria dal pomeriggio fino a tarda sera.

Nell’area circostante, invece, le palazzine basse in mattoncini rossi che si alternano ad edifici industriali con travi di ferro bullonate ricordano tanto l’atmosfera di alcune parti di Manhattan  come Soho e Greenwich Village dove, infatti, immigravano molti irlandesi replicando di fatto il loro stile urbano.

L’ultima attrazione, ma non per importanza perché è forse la più divertente della città, è la visita alla fabbrica della Guinness. Lo stabilimento dista una ventina di minuti a piedi dal centro, occorre prenotare sul sito altrimenti si rischia di non riuscire ad entrare. Il biglietto comprende un percorso sensoriale che fa immergere il visitatore nel processo di produzione ed è compresa anche una degustazione e una pinta di birra al bar panoramico da cui si può ammirare Dublino a 360 gradi.

Camminando proprio lì intorno, sulle stradine in periferia, la sensazione è di trovarsi in un film di Guy Ritchie. Gruppi di ragazzini rigorosamente in tuta, vecchie auto, pub dove delle persone conversano con davanti pinte di birra.

Kilkenny

Partiti da Dublino ci siamo diretti a sud per iniziare il nostro viaggio on the road. La prima tappa è stata Kilkenny, una deliziosa cittadina che si sviluppa sui due lati della lunghissima High street, arteria principale del centro storico piena di negozi, pub e ristoranti. Questo tratto è chiamato anche il Miglio medievale ed è considerato uno dei luoghi più pittoreschi d’Irlanda.

Su una delle due estremità si trova la Cattedrale celtica di St. Canice con la sua particolare torre rotonda mentre dall’altra il grande castello che domina il fiume. Da visitare per una birra la Smithwick’s distillery e la suggestiva Abbazia Nera. Un paio di ore bastano per visitare tutto, pranzo compreso.

La sosta successiva è il paesino di Cashel dove sorge uno dei castelli – o, meglio, le rovine di un castello – tra i più importanti del paese: The Rock of Cashel. Tra croci celtiche, tombe e quant’altro, il sito archeologico è davvero magnifico e dall’alto domina l’intera campagna evocando tempi bui e battaglie sanguinarie. Sembra uscito da un film.

Cork

La nostra seconda tappa è stata la città universitaria di Cork, seconda città d’Irlanda, uno di centri urbani più improntanti. Il suo vivace centro è famoso per i numerosi pub e ristoranti e si sviluppa su 3 strade, la St. Patrick Street, la Oliver Plunkett Street e la Paul Street.

Anche qui la zona più interessante, accanto al centro, è quella sul fiume Lee dove antichi depositi e i docks sono stati trasformati in costruzioni avveniristiche. L’albergo scelto anche in questo caso è stato un trendy e moderno hotel, The Dean, con tutti i servizi fra cui una bellissima sauna con piscina.

Sebbene molto piacevole, per visitare non ci vuole più di mezza giornata. Fuori Cork è praticamente d’obbligo visitare la bella cittadina sul mare di An Cobn, distante una ventina di minuti. Dominata da una possente cattedrale, è famosa per la Deck of Cards, la sfilza di casette colorate da fotografare con le altissime guglie della cattedrale sullo sfondo.

C’è un piccolo giardinetto proprio sulla ripida stradina che ile costeggia da dove, rigorosamente nel pomeriggio, scattare una bellissima foto. An Cobn è passata alla storia anche perchè fu l’ultima sosta del Titanic prima di intraprendere il suo tragico viaggio verso l’America. A soli 15 minuti da Cork, non si può mancare la visita al Blarney Castle.

Ring of Kerry

Da Cork ci siamo diretti verso ovest percorrendo la costa fino a quello che è considerato il tratto più bello e suggestivo: il Ring of Kerry. Una strada che attraversa la penisola di Iveragh permettendo di ammirare bellissimi paesaggi, attraversare paesini pittoreschi, fermarsi su spiagge scenografiche ed affacciarsi su pinti panoramici a picco sull’oceano.

Per la verità la strada non segue esattamente la costa e quindi sui suoi 180 km di lunghezza si devono aggiungere alcune deviazioni che vanno da 10 a 20 km (fra andata e ritorno) per arrivare fino al punto di interesse e poi riprendere il ring.

Partendo da Cork in poco più di un’ora arriviamo a Kenmare, stupenda cittadina con le solite casette colorate e molti pub, ma anche meta molto chic per gli amanti del golf, nonché il punto da dove inizia il Ring of Kerry.

Da Kenmare prendiamo la strada verso The Cove, celebre spiaggia che è una specie di antipasto per quello che spetta al visitatore da li in poi.

Pochi chilometri dopo, passato il pub più famoso della zona, The Blind Piper, si arriva a Derrynane Bay, forse il luogo più bello di tutto il Ring of Kerry. L’enorme e spettacolare baia con sabbia bianchissima e rocce scure battuta dalle onde e dalle maree è davvero suggestiva. Si parcheggia in prossimità della spiaggia per una passeggiata, per ammirare le piccole isole e le rocce monolitiche.

Sul lato destro si trova anche Abbey Island con il suo cimitero celtico, facilmente raggiungibile con la bassa marea quando praticamente non ci si accorge di trovarsi su un’isola. Per gli irlandesi, però, l’attrazione principale del Derrynane è la Derrynane House, suntuosa dimora risalente al 19simo secolo di appartenuta al politico Daniel O’Connell.

La strada panoramica si fa spettacolare e tocca le tappe successive come Skelling Islands, Kerry Cliffs, Valentia Island ecc. Dato che il nostro viaggio in Irlanda è stato piuttosto serrato, per dormire  ci siamo diretti a nord, ma volendosela prendere più comoda il Ring of Kerry può prevedere anche una permanenza più lunga a seconda dei gusti.

Ballybunion e Loop Head Peninsula

Così, abbiamo dormito nella piccolissima cittadina di Ballybunion con il suo suggestivo castello (in realtà è rimasta solo la facciata però molto bello il contrasto della sua sagoma con l’oceano) e le Bromore Cliffs. Qua abbiamo alloggiato in un delizioso b&b a 5 stelle, il The Tides Ballybunion,  il cui proprietario è un golfista appassionato che dispensa tutte le informazioni di cui avrete bisogno, golfisti e non.

Proseguendo verso la nostra meta successiva, la Loop Head Peninsula, abbiamo trovato un modo molto conveniente per risparmiare un po’ di chilometri. Arrivati alla cittadina di Tarbert si prende un traghetto che in una ventina di minuti ci ha portati sulla sponda opposta facendoci evitare la circumnavigazione della baia.

Da qui in poi il paesaggio cambia drasticamente. Niente più alberi ma solo verdi pascoli e vegetazione bassa battuta dal vento, stradine di campagna e paesini con casette bianche.

La piccola Loop Head Peninsula è un luogo magico che rispecchia appieno ciò che uno si immagina dell’Irlanda. Partendo dalla cittadina di Kilkee dopo pochi minuti si arriva alle Kilkee Cliffs, un tratto di costa pazzesco con verdissimi pascoli battuti dal vento, scogliere verticali e spiagge di roccia nera. Sono una manciata di chilometri emozionanti che finiscono al Faro di Loop Head.

Doombeg e le Cliffs of Moher

Riprendiamo la Wild Atlantic Way e dopo poco ci fermiamo alla nostra prossima meta, uno dei migliori campi da golf (con annesso resort) d’Irlanda: il Doombeg Trump International.

Durante un viaggio in Irlanda vale la pena passare almeno una notte in una delle non molte dimore storiche sparse per il paese che spesso si ergono come delle cattedrali nel deserto sulle coste battute dai venti. Molto suggestive, con i loro grandi camini accesi all’interno, le vetrate sull’oceano, il profumo di alghe, lasciano un ricordo indelebile diventando parte integrante di tutta l’esperienza.

Il Trump International a dire il vero non è una dimora storica originale, ma un’ottima riproduzione che si integra perfettamente in uno scenario incredibile. Il campo da golf è un vero link irlandese disegnato lungo la spiaggia, dove la natura la fa da padrone e il gioco è ancora più difficile e variabile a seconda del vento e della pioggia.   

A circa 40 minuto da Doombeg lungo stradine pittoresche e spiagge disegnate dalle maree si arriva ad una delle principali attrazioni del paese: le Cliffs of Moher, impressionanti scogliere verticali affacciate sull’Atlantico quasi sempre agitato che sono un vero spettacolo della natura.

È raccomandabile prenotare l’accesso via web per poi, una volta arrivati, trascorrere un’oretta passeggiando su e giù sulla cresta delle scogliere ammirando il paesaggio. Vengono organizzate anche delle gite in barca per chi volesse raddoppiare l’esperienza.

Le Isole Aran

La tappa successiva, pressoché obbligatoria, sono le Isole Aran. Una gita da fare in un giorno intero, ma che si può anche estendere dormendo in uno dei cottage presenti sulle isole.

Noi abbiamo dormito nella piacevole ed animata cittadina di Lahinch, famosa per la sua grande spiaggia amata dai surfisti e per il campo da golf dove si è tenuto anche il prestigioso torneo Irish Open. Abbiamo dormito accanto alla spiaggia al Lahinch Coast Hotel e cenato nell’ottimo The Edge. La mattina dopo ci attendeva l’aliscafo da Doolin alle Isole Aran. Da Doolin partono anche le imbarcazioni per fare la crociera sotto alle Cliffs.

Vero paradiso naturalistico, questo piccolo arcipelago a largo della cittadina di Doolin è una tra le maggiori attrazioni del paese. È composto da tre isole: Inisheer ed Inishmaan, visitabili solo a piedi, e la terza, quella principale, chiamata Inishmore che è stata la nostra scelta. Sono raggiungibili sia da Doolin che da Galway con degli aliscafi che impiegano poco meno di un’ora. All’andata ci sono diversi orari mentre il ritorno è sempre e solo intorno alle 16.00 quindi bisogna programmare bene la visita.

Un’altra accortezza è scegliere se possibile una giornata di bel tempo. Sia per il mare, che in caso contrario rischia di rendere la traversata alquanto burrascosa, sia perché Inishmore si gira sopratutto in bici e quindi in caso di pioggia e forte vento diventerebbe impraticabile.

Il consiglio è di prendere uno dei traghetti che partono la mattina presto per avere almeno 5 ore a disposizione sull’isola per godervela tutta.

L’aliscafo attracca sul molo di Kilronan dove si trovano le aziende che affittano biciclette, sia normali che elettriche. Sono care, però indispensabili per scoprire l’isola. La strada, delimitata dai tipici muretti di pietra su cui affacciano  i pascoli, è una sola e quindi non ci si può perdere. In circa un’ora la si percorre tutta.

Il paesaggio è stupendo, incontaminato, con piccole baie rocciose segnate dalle maree, mucche e cavalli, e alcune vere chicche tra cui la scogliera delle foche, The Aran Seal Colony, dove ci si ferma per osservarle nuotare o, se si è fortunati, riposare sulle rocce.

Poco dopo si trova una delle più belle (ed inaspettate) spiagge d’Irlanda, Kilmurvey Beach, con sabbia bianchissima e mare color smeraldo che sembra appartenere a qualche calda isola tropicale e non ad un luogo freddo e perennemente battuto dai gelidi venti dell’Atlantico.

Poco oltre si lascia la bici e dopo una breve e non impegnativa passeggiata si raggiunge il punto più alto di Inishmore, dove si trovano i resti di un’antica fortificazione ma sopratutto si apre una vista magnifica sulla imponente e maestosa scogliera di Dun Aonghasa, la vera gemma dell’isola.

Adare e Birr

Dopo le Isole Aran abbiamo iniziato a tornare verso Dublino con qualche sosta interessante, anche se un po’ a zigzag. La prima è la cittadina di Adare considerata una delle più belle d’Irlanda, contendendosi il titolo con Kilkenny.

Qui la campagna è quella più tipica irlandese: verdissimi pascoli con mucche, pecore e cavalli, stradine di campagna che si percorrono tra un paesino e l’altro, campi da golf (il Golf Club Adare è uno dei più belli d’Irlanda), castelli e placidi fiumi.

La seconda sosta è nella cittadina di Birr (a circa un’ora) da Adare, dove si trova il Castello di Birr, dimora privata che rappresenta al meglio una delle (poche) dimore storiche che si trovano lungo le strade. Ha un gran bel parco, purtroppo parecchio trasandato, dove si trova anche un antico telescopio che per qualche decennio è stato il più importante al mondo. Il castello non è visitabile all’interno.

A circa 10 minuti si trova anche il Leap Castle, altra dimora privata, questa volta però mezza diroccata, con una storia macabra e sanguinaria. Ricordatevi di consultare gli orari d’apertura. Noi infatti ci siamo capitati quando era chiuso e quando il proprietario ci ha invitati ad entrare ugualmente siamo rimasti un po’ titubanti. Lui sembra uscito da un film fantasy e entrare nella sua casa piena di oggetti particolari è stato un vero atto di coraggio. Ma ne è valsa la pena!

Da lì siamo tornati a Dublino, dove abbiamo trascorso un’altra notte tra i pub della capitale irlandese prima di rientrare in Italia.

*          *          *

Una vacanza in Irlanda on the road merita non solo per la fuga dal caldo, cosa assicurata visto il clima sempre ventoso e spesso piovoso dell’isola, ma anche per scoprire un popolo gentilissimo, famoso per la sua schiettezza ma anche per la sua goliardia. Un paese piccolo, estremamente tranquillo e sicuro (basti pensare che la polizia nella maggior parte dei casi non è nemmeno armata), facile da esplorare, che non eccelle di chissà quale patrimonio culturale però tra bellezze naturali, pub, golf per gli appassionati, serenità e ritmi lenti è comunque un meta molto piacevole.