o dobbiamo confessare: non pensavamo che il recente weekend a Ponza e Palmarola ci avrebbe così entusiasmati. Come spesso succede, le mète più vicine sono quelle più “snobbate”!
L’isola di Ponza, come anche sua sorella minore, Palmarola, possono essere tranquillamente annoverate tra le isole più belle del pianeta per l’incredibile conformazione geologica, per lo splendido mare e per la varietà di ogni scorcio, caletta, punta e insenatura.
Due piccoli gioielli situati a largo della costa del Basso Lazio (non perdetevi il nostro RACCONTO DI VIAGGIO) da cui distano una trentina di miglia e che formano l’arcipelago Pontino, di origine vulcanica, di cui fanno parte anche le isolette di Gavi e Zannone. Parecchio distanti ci sono altre due isole, Ventotene e Santo Stefano, anch’esse belle e particolari, ma che visiteremo in un’altra occasione.
Sin dai tempi dell’Antica Roma, Ponza e Palmarola hanno avuto una grande importanza come approdo strategico e rifugio dalle intemperie del mare tant’è che, nei secoli, questi scarsi 8 chilometri quadrati sono stati costellati dal passaggio di una serie stupefacente di personaggi e popoli da far invidia ai più fantasiosi romanzi d’avventura.
Le isole, infatti, sono state sotto il dominio dei Fenici, dei Greci e dei Romani per poi vedere, nel medioevo, l’arrivo dei monaci benedettini, visite di pontefici, il governo dei Borboni e degli Inglesi e nei tempi più recenti, degli esiliati nemici politici del regime fascista, oltre ad una impressionante serie di feroci battaglie navali tra corsari e turchi, spagnoli e maltesi, e chi più ne ha più ne metta!
Per raggiungere Ponza bastano 70 minuti con l’aliscafo veloce da Anzio (poco meno da Formia). La biglietteria apre un’ora prima della partenza ma si può prenotare anche on-line. Sull’aliscafo non si può chiaramente caricare l’auto, ma in alternativa si può prendere il traghetto. Ad ogni modo vi assicuriamo che l’auto non vi serve, mentre potete girare l’isola in motorino, anche se pure questo è superfluo e di seguito vi diremo perché.
Il nostro viaggio a Ponza e Palmarola è durato 2 giorni pieni (3 notti) che sono bastati per godersi questi luoghi meravigliosi anche se naturalmente si potrebbe stare molto di più.
Informandoci preliminarmente sugli alberghi, seguendo anche i consigli dei numerosi amici habituè dell’isola, abbiamo scoperto che la cosa migliore da fare è affittare una stanza o una casa, magari al centro e con vista sul porto.
Gli hotel a Ponza sono, infatti, abbastanza carenti di qualità e a prezzi decisamente elevati per quello che offrono, salvo beccare qualche offerta particolarmente vantaggiosa. Mentre la gentilezza e il modo di trattare i visitatori da parte degli abitanti è eccellente e fa sentire chiunque a casa, l’unica vera pecca sono gli alloggi, un po’ trascurati e datati.
Perciò, dopo aver constatato on line esattamente quello che ci dicevano i nostri amici, abbiamo deciso di seguire i loro suggerimenti e cercare una camera in affitto scovando Casa Azzurra, un residence che domina il porto, davvero carino e con buon rapporto qualità /prezzo, con personale gentilissimo. Ogni stanza ha un delizioso terrazzo da cui la vista abbraccia tutta la baia… Spettacolare! Non vi aspettate nulla di raffinato o lussuoso. Non lo troverete da nessuna parte sull’Isola.
Ponza, infatti, è un posto ben frequentato ma non particolarmente mondano. E’ da gusti raffinati ma che si accontentano di condizioni più o meno informali e spartane. E forse anche questo fa parte del suo fascino. E poi si mangia davvero bene, naturalmente pesce!
Arrivati all’ora del tramonto, la prima sera siamo stati alla Lanterna da Silverio, tipica trattoria a conduzione “strafamiliare” e méta fissa per i frequentatori di Ponza. Una premessa… qui la metà della popolazione, per via del Santo patrono, si chiama Silverio o Silveria! In realtà Silverio, quello della trattoria, è passato a miglior vita qualche anno fa e ora c’è il figlio che, dopo l’iniziale sconcerto sul personaggio, diventa quasi come uno di famiglia. La scelta dei piatti è ridotta al minimo, ma quel poco che c’è è davvero buono, con una nota particolare per la frittura che Kiro ha addirittura bissato. Il vino è sempre e solo il Satrico perciò non chiedete altro.
In ogni caso si mangia bene ovunque, e se volete fare cena romantica e raffinata con vista sul porto vi consigliamo Orestorante.
Per finire con la parte gourmet, non si può mancare un aperitivo al Kibar dell’Hotel Chiaia di Luna, raggiungibile a piedi in una decina di minuti dal porto. La terrazza del bar ricoperta di gradi cuscini e affacciata sull’omonima spiaggia simbolo di Ponza, la musica lounge e il tramonto dietro Palmarola sono uno spettacolo indimenticabile. Un luogo che, nonostante lo scarso buffet e i camerieri gentili ma un po’ impacciati, rimane impresso, romantico e straordinario, e fa venire la voglia di tornarci più spesso che si può.
La particolarità di Ponza e Palmarola è che si devono visitare esclusivamente dal mare. L’impressionante conformazione geologica delle coste, le falesie e le spettacolari rocce a picco sul mare purtroppo sono soggette a continui cedimenti e sgretolamenti.
Per questo motivo una gran parte delle spiagge sono state interdette alla balneazione e allo sbarco ed oggi l’unica attrezzata è il Frontone, raggiungibile da terra o con una specie di acquataxi dal porto, oltre a qualche spiaggetta più piccola sulla parte opposta dell’isola. Questo è il motivo per cui, per un weekend a Ponza è preferibile preventivare il noleggio di una barchetta per ogni giorno di permanenza. Cercate di prenotarla prima, soprattutto nei weekend, mentre il costo può essere sicuramente ammortizzato se siete con degli amici (i gommoni partono da circa €130 al giorno).
Per fortuna i ponzesi lo sanno e l’offerta è ben oltre ogni altro posto di mare che abbiamo visitato. Lungo le banchine del porto ci sono infatti decine di gozzi in affitto, di tutte le dimensioni, la maggior parte da condurre senza patente, oltre a barche più gradi per comitive numerose e quelle che fanno escursioni intorno all’isola.
La soluzione più economica e comoda sono sicuramente i gozzi, ma visto che sono piuttosto lenti, soprattutto per raggiungere Palmarola, noi abbiamo optato per un gommone di 5 metri noleggiato da Ciccio Nero, con tanto di ghiacciaia per le bibite e doccetta.
Così, il primo giorno ci siamo svegliati con calma, colazione sorniona giù al porto e poi, dopo aver noleggiato il gommone, siamo usciti dal porto tenendoci sulla destra e dopo la Punta della Madonna siamo passati sotto lo spettacolare Faro della Guardia, sospeso su una impressionante roccia scavata dall’erosione e dal vento.
Da lì si tira dritto verso l’Isola di Palmarola dove, nonostante il gommone di soli 40 cavalli, e complice un mare piatto come una tavola, siamo giunti in appena 10 minuti. Si punta sulla parte di sinistra, verso Cala Brigantina e il Faraglione del Mezzogiorno che fa da punto di riferimento.
Beh, che dire di Palmarola? Il più grande esploratore dei mari dei tempi moderni, Jacques Cousteau, l’ha definita l’isola più bella del Mediterraneo mentre per un’altra leggenda, Folco Quilici, è una delle più spettacolari dell’intero pianeta.
Grotte, insenature, faraglioni … dietro ogni scoglio di questi 8 chilometri di costa si nascondono meraviglie della natura, pareti rocciose di colorazioni diverse e calette con acqua cristallina.
Buttiamo l’ancora di continuo per fare un bagno o per ammirare il paesaggio, per poi ripartire esplorando e fotografando ogni scorcio dell’isola, passando un’intera giornata – senza nemmeno accorgercene – in questo vero paradiso in mezzo al mare.
Il secondo giorno lo dedichiamo, invece, al giro dell’Isola di Ponza che, togliendo l’incontaminatezza di Palmarola, non ha nulla da invidiare a questa.
Questa volta partendo dal porto ci dirigiamo verso sinistra e la prima tappa è la spiaggia del Frontone. Dopo poco ammiriamo la Foca Gigante, una conformazione di tufo scavato dal vento e dal mare, e proseguiamo costeggiando baie e calette incredibili con pareti verticali dai colori più disparati che vanno dal bianco candido al blu, al giallo e al rosso.
A Cala Inferno vale la pena buttare l’ancora per ammirare il relitto di una piccola imbarcazione che negli anni ’70 si è scontrata con le Formiche, gli scogli sporgenti a est dell’isola, e che poi la corrente ha portato fino a qui a pochi metri dalla costa. La punta della nave sporge dall’acqua mentre il fondale è cosparso di pezzi del ponte e dello scafo. Data la poca profondità basta una maschera e un boccaio per godersi il relitto.
Da lì si continua per la baia dell’Arco naturale, meraviglioso faraglione con un arco scavato al centro in un’insenatura tranquilla, e da lì verso la Punta dell’Incenso dove si passa in mezzo al canale che separa l’Isola di Ponza da quella di Gavi e si gira dalla parte esterna.
La prima parte del lato ovest di Ponza è forse la parte meno bella, ma – per essere chiari – sempre straordinaria, con alcune baie e calette molto piacevoli. Proseguendo si raggiunge quella che la gente del posto definisce la spiaggia con l’acqua più bella dell’arcipelago. E’ Lucia Rosa.
Dopo un bagno, rigorosamente a largo della spiaggia che anche qui è interdetta allo sbarco, si prosegue verso i Faraglioni di Lucia Rosa per un altro bagno e per ammirare le conformazioni rocciose.
Seguendo la costa, nel primo pomeriggio quando il sole illumina alla perfezione questa parte della costa, si giunge a Capo Bianco, un’altra meraviglia geologica formata da una falesia di tufo bianchissimo che si riflette nelle acque.
Capo Bianco segna l’entrata della Cala di Chiaia di Luna la cui spiaggia, come abbiamo già detto, è il simbolo incontrastato di Ponza. Le boe delimitato l’area off limits per le barche, è severamente vietato ogni sbarco o permanenza e onestamente trovandoci sotto con la barca si capisce perfettamente il perchè!
Basta alzare lo sguardo verso le incredibili pareti verticali di oltre 100 metri a picco sul mare, fragili ed erose dal vento tanto da sembrare l’opera di un grade pittore astrattista, per rendersi conto che stare li sotto a prendere tranquillamente il sole è pura follia.
In ogni caso, nei due giorni di esplorazione dell’arcipelago abbiamo scoperto il piacere di fermarci spesso per un bagno per poi riprendere la navigazione, proseguendo piano per ammirare la costa, mentre ogni pomeriggio, al rientro, buttavamo l’ancora prima del porto, nelle calme acque tra Cala Inferno e Cala del Cuore, per riposare, ascoltare musica con una birra ghiacciata e fare un ultimo bagno sotto le falesie a poca distanza dal porto di Ponza e le sue casette color pastello illuminate dal sole (se poi le birre non ve le siete portate, potrete sempre sperare nell’arrivo del gommone-bar che gira per l’isola con bibite, gelati e caffè freddo!).
Insomma, l’informalità e lo spirito easy di Ponza ci hanno davvero conquistati.
La straordinaria natura, i paesaggi unici e il meraviglioso mare ci hanno fatto ripromettere di ripetere presto un weekend a Ponza e Palmarola per goderci queste piccole isole piena di fascino e bellezza.
Buon viaggio!