Viaggio in Scozia
Il racconto del nostro viaggio in Scozia: tra castelli nella nebbia, Highlands selvagge ed emozioni on the road

Castelli solitari affacciati su laghi avvolti nella nebbia, nuvole cupe che dipingono atmosfere fiabesche, stradine di campagna bordate da muretti in pietra che si snodano tra piccoli paesini, pascoli verdi e pecore tranquille. Uomini in kilt che lanciano pietre o sollevano enormi tronchi durante le tradizionali fiere di campagna. Pittoreschi pub, distillerie di whisky profumatissimo e alcuni tra i più antichi e blasonati campi da golf al mondo.

Questa è la Scozia nell’immaginario collettivo. Un’immagine che, sorprendentemente, rispecchia fedelmente la realtà. A questo quadro si aggiunge la bellezza architettonica di Edimburgo e il fascino incontaminato delle verdi montagne delle Highlands.
Una terra aspra e battuta dai venti del Mare del Nord e dell’Atlantico, intensa e profondamente legata alle sue tradizioni. Un popolo orgoglioso della propria identità e della propria storia, che si percepiscono in ogni angolo, in ogni dettaglio, ovunque si posi lo sguardo.

La Scozia occupa la parte settentrionale dell’isola della Gran Bretagna. Il suo clima incerto è parte integrante del suo fascino: il maltempo, qui, non è un limite, ma un ingrediente che contribuisce alla magia del viaggio.
Tuttavia, se si desidera ridurre il rischio di pioggia e godersi al meglio l’esperienza, i mesi da giugno a settembre sono decisamente i più indicati.

Mentre le città e i castelli riescono a mantenere il loro fascino anche sotto la pioggia, i paesaggi spettacolari delle Highlands rischiano di svanire sotto le nuvole basse e il vento. Ma attenzione: il meteo è talmente variabile che prevederlo è quasi impossibile. Si può passare da un sole caldo e brillante a un acquazzone in pochi minuti. Bisogna semplicemente accettarlo, incrociare le dita e partire comunque: un viaggio in Scozia vale sempre la pena.
L’itinerario del viaggio di 7 giorni in Scozia
Abbiamo scelto di partire a fine giugno, per una settimana (7 giorni, 6 notti), sfruttando le giornate lunghissime di luce che questa latitudine regala: il sole tramonta intorno alle 22, dando davvero l’impressione che il tempo si dilati.

Il nostro viaggio in Scozia è iniziato con due giorni a Edimburgo. Da lì, abbiamo affittato un’auto per un giro on the road: prima verso la costa settentrionale e St Andrews, poi attraversando le Highlands fino all’isola di Skye, e infine il rientro passando per Glasgow.
C’è chi dedica due settimane allo stesso itinerario, ma molto dipende dal proprio stile di viaggio. Con un minimo di organizzazione, una settimana intensa è sufficiente per cogliere l’essenza della Scozia.

Abbiamo scelto di ritirare e riconsegnare l’auto direttamente all’aeroporto di Edimburgo, anche per evitare complicazioni logistiche l’ultimo giorno. L’aeroporto è ben collegato al centro con i classici bus a due piani e un tram moderno, entrambi con fermata proprio fuori dal terminal. Se si alloggia in centro, non serve neppure prendere un taxi.
Informazioni pratiche per un viaggio in Scozia
È importante ricordare che la Scozia fa parte del Regno Unito, ma non dell’Unione Europea. Per entrare è necessario il passaporto: la carta d’identità non è sufficiente. È inoltre obbligatorio richiedere un visto elettronico prima della partenza, una procedura semplice che in genere si conclude in poco tempo, ma è consigliabile farla almeno una settimana prima scaricando l’app ETA.

Altro dettaglio da non sottovalutare: anche il roaming telefonico non è più incluso, quindi conviene controllare in anticipo i costi di chiamate e dati, oppure attivare un piano internazionale con il proprio operatore.
Guidare in Scozia e condizioni stradali
La guida in Scozia è a sinistra, e all’inizio può disorientare. Serve un po’ di attenzione, soprattutto alle rotatorie e alle svolte. La buona notizia è che le strade extraurbane sono in ottime condizioni e tutti rispettano scrupolosamente i limiti di velocità. La patente italiana è riconosciuta, quindi non serve quella internazionale.

Il road trip diventa così un’esperienza straordinaria: paesaggi mozzafiato, traffico quasi assente e tappe improvvisate tra castelli, laghi e vallate infinite.
Il cibo scozzese: alti e bassi
Lo ammetto: se siete abituati agli standard italiani, la cucina scozzese potrebbe deludervi un po’. A parte ottimi hamburger e fish & chips, l’offerta è piuttosto limitata.

La salvezza, per chi cerca un’alternativa, sono gli onnipresenti ristoranti indiani, riconoscibili anche da lontano per il profumo di curry che invade interi isolati.
Una nota decisamente positiva sono i frutti di mare: il salmone e i gamberi locali sono forse i più freschi mai assaggiati. Un motivo più che valido per puntare sul pesce durante tutto il viaggio.
Edimburgo: alla scoperta della capitale scozzese tra nebbia, castelli e atmosfere da saga fantasy
La capitale della Scozia è famosa per l’architettura imponente e quasi unica del suo centro storico, l’Old Town. Un intricato susseguirsi di maestosi edifici in pietra scura, in stile neogotico, da cui si innalzano guglie appuntite, torri, chiese e fortificazioni.

Con il sole, questi palazzi risultano eleganti e solenni, ma è con il maltempo che danno il meglio di sé: diventano cupi, severi, carichi di mistero. Incredibilmente affascinanti. A Edimburgo, il brutto tempo non è un problema: è parte integrante dell’esperienza.
Una città a misura di viaggiatore
Edimburgo non è una metropoli caotica: la zona turistica è compatta, ben organizzata, perfetta da esplorare a piedi o con i mezzi pubblici. Se atterrate nel primo pomeriggio, due giornate sono sufficienti per visitare le attrazioni principali, soprattutto se alloggiate in centro.
Curiosità: non ci sono monopattini o biciclette elettriche a noleggio, un’anomalia di questi tempi. Qui si cammina, oppure si prendono gli autobus: semplici, frequenti e puntuali.
Orientarsi a Edimburgo: Princess Street e le due anime della città
Il cuore della città si sviluppa intorno a Princess Street, una via dritta e vivace, piena di negozi, fast food, catene internazionali e attraversata dai principali autobus.

Princess Street separa Old Town (la città vecchia), costruita in alto sulla collina, con i suoi palazzi medievali e l’aria misteriosa e New Town, la “città nuova”, che nuova non è, dato che gli edifici risalgono comunque all’Ottocento, ma presenta un’architettura più regolare, georgiana, e una vivace zona commerciale.

Princess Street è affiancata su tutta la lunghezza da un parco urbano meraviglioso, molto frequentato dai locali, che offre viste spettacolari sulla città vecchia che si erge imponente sullo sfondo.
New Town: tra eleganza e modernità
New Town ha un fascino più sobrio, ma vale comunque una visita, soprattutto nella zona orientale (East End), dove si trovano piacevoli strade con pub e ristoranti e il modernissimo centro commerciale St James Quarter, facilmente riconoscibile per la sua architettura futuristica e il grande cupolone a spirale.

Old Town: il cuore magico e misterioso di Edimburgo
Il vero tesoro di Edimburgo è Old Town. Già da lontano, osservandola dalla valle sottostante, appare come un mondo a parte: palazzi severi, riccamente decorati, che dominano la città come sentinelle di pietra. Sul lato opposto, le possenti mura del castello, arroccato su uno sperone roccioso.

Si respira un’atmosfera fiabesca, quasi irreale. Sembra di essere catapultati nelle saghe di Harry Potter o del Signore degli Anelli. Non a caso, Edimburgo ha ispirato profondamente J.K. Rowling durante la stesura dei suoi libri.
Dove alloggiare: Old Town tutta la vita
Per immergersi davvero nello spirito della città, Old Town è il posto giusto dove dormire. Hotel o B&B, poco importa: qui si ha tutto a portata di mano. Nessuno sforzo per raggiungere le attrazioni principali, tutto è raggiungibile a piedi.

Il centro storico è attraversato da una via leggendaria: la Royal Mile. Lunga esattamente un miglio scozzese, collega due luoghi simbolo della città: il Castello di Edimburgo, a ovest e il Palazzo di Holyroodhouse, a est, residenza ufficiale del Re in Scozia.

Lungo la Royal Mile si concentrano le principali attrazioni: Tolbooth Kirk con la sua altissima guglia, la Cattedrale di St. Giles, Parliament Square, musei e antichi edifici governativi; e il nuovo Parlamento scozzese, edificio moderno e discusso.
La via è bellissima, in parte pedonale, ricca di negozi, artisti di strada, pub e negozietti di souvenir (forse un po’ troppi). E ovviamente, i classici suonatori di cornamusa, che contribuiscono a creare quell’atmosfera profondamente scozzese.

A metà circa della Royal Mile, una deviazione porta alla strada più fotografata di Edimburgo: Victoria Street, con le sue casette colorate disposte su due livelli e l’inconfondibile sagoma nera di Tolbooth Kirk che svetta sopra.
Scendendo lungo Victoria Street si arriva a Grassmarket, una grande piazza vivace, piena di pub, locali e un punto panoramico ideale per ammirare il Castello da sotto.

Consiglio: prenotate in anticipo la visita al Castello online. I biglietti si esauriscono facilmente, soprattutto in alta stagione, e la visita vale davvero la pena.
Sotto la città: Edimburgo sotterranea
Per chi è attratto da storie oscure e leggende gotiche, Edimburgo offre anche una città “nascosta”. Sotto la Royal Mile si estende un sistema di cunicoli, celle e ambienti segreti visitabili solo con tour guidati. Le guide raccontano storie di fantasmi, torture e miserie: un’esperienza inquietante e affascinante.
Panorami mozzafiato: Calton Hill e Salisbury Crags
Uno dei punti panoramici più famosi è Calton Hill, a soli 5 minuti a piedi dal centro. Da qui si gode una vista perfetta sull’intero centro storico, con torri e guglie che si stagliano contro il cielo.

La foto più celebre di Edimburgo è scattata proprio da qui, con il Dugald Stewart Monument in primo piano e la città alle spalle, magari al tramonto.
Sulla collina si trovano anche il National Monument of Scotland e il Nelson Monument, e la vista si estende a 360° fino al mare.

Per i più allenati e amanti del trekking, un’alternativa è salire sulle Salisbury Crags, le spettacolari falesie sopra il palazzo di Holyrood. I sentieri partono proprio ai piedi della Royal Mile e in meno di un’ora si raggiunge un punto panoramico incredibile.
Fuori dal centro: Dean Village e la Royal Yacht Britannia

Due chicche meno conosciute, ma che meritano la visita. Il Dean Village è un angolo da cartolina con casette incastonate lungo un ruscello, a circa 15 minuti a piedi da Princess Street. Silenzioso, fiabesco, perfetto per una passeggiata tranquilla.
E poi c’è il Royal Yacht Britannia, l’ex nave della Regina Elisabetta, ora attraccata nel porto di Leith. È visitabile e offre uno spaccato affascinante della vita di corte in mare.
Nota dolente: la cena… un miraggio
Un aspetto che lascia sempre un po’ perplessi i visitatori italiani è l’orario dei ristoranti. Anche se il sole tramonta alle 22, le cucine chiudono tutte entro le 21 (e a volte anche prima).

Dopo quell’ora, trovare un posto dove cenare diventa un’impresa. Restano aperti solo pochi alimentari gestiti da pakistani, che vendono snack ma non possono vendere alcolici.
Se invece volete solo bere qualcosa, trovate qualche pub aperto fino a tardi, ma non servono cibo. Una situazione surreale, quasi impensabile per un italiano.
Da Edimburgo a Inverness passando per Fife, St. Andrews e Dunnottar
Dopo aver trascorso due splendidi giorni nella capitale scozzese, la mattina del terzo giorno del nostro viaggio in Scozia ritiriamo l’auto a noleggio e ci mettiamo in marcia verso nord, direzione penisola di Fife.

Una zona autentica, malinconica e piena di fascino, nota per i suoi villaggi di pescatori affacciati sul Mare del Nord.
Villaggi di pescatori sulla costa del Fife
In poco più di un’ora lasciamo l’urbanità di Edimburgo e ci troviamo immersi in un paesaggio marittimo romantico, segnato dalle maree, dalle spiagge rocciose e da un’atmosfera sospesa nel tempo.

Attraversiamo in sequenza i piccoli borghi di Earlsferry, St. Monans, Pittenweem, la più grande Cellardyke, fino ad arrivare a Crail, con il suo porticciolo pittoresco. Ogni villaggio dista pochi minuti dall’altro e offre scorci unici: casette colorate, reti da pesca stese sulle banchine, gabbie per aragoste, pescherecci ormeggiati e quell’inconfondibile odore di salsedine.

Pranzare in uno di questi ristorantini sul mare, magari gustando un piatto di pesce fresco con vista sul porto, è una delle esperienze più autentiche di un viaggio in Scozia.
St. Andrews: golf, storia e fascino vittoriano
Poco più avanti, la strada ci conduce alla punta della penisola di Fife, dove si trova uno dei luoghi simbolo della Scozia: St. Andrews.

Questa cittadina medievale è famosa per due motivi principali: è sede di una delle università più antiche del Regno Unito, e viene considerata la culla del golf, lo sport nazionale scozzese.
Qui si trova l’Old Course di St. Andrews, il più iconico campo da golf a 18 buche del mondo, una vera Mecca per ogni golfista. Anche se non ci si gioca, vale assolutamente la pena passeggiare accanto ai fairway e soffermarsi alla leggendaria buca 18, che termina davanti alla storica club house affacciata sul mare.

È qui che si trova anche lo Swilcan Bridge, un piccolo ponte di pietra vecchio oltre 700 anni, simbolo indiscusso del golf mondiale. L’atmosfera è davvero unica, anche per chi non è appassionato dello sport.

St. Andrews però ha molto altro da offrire: le spiagge sabbiose che si affacciano sul Mare del Nord, il centro storico con negozi, librerie e boutique, le rovine della Cattedrale di St. Andrews, un tempo la più grande della Scozia e la stessa, frequentata anche da membri della famiglia reale

Qui trascorriamo la notte, per goderci con calma l’atmosfera rilassata e raffinata della cittadina.
Castello di Dunnottar: la Scozia selvaggia e spettacolare
La mattina seguente, proseguiamo lungo la costa verso nord. Dopo circa un’ora di guida arriviamo a un altro luogo simbolico del nostro itinerario in Scozia: il Castello di Dunnottar.

Si tratta di una delle fortificazioni più scenografiche della Scozia, costruita su un promontorio roccioso a strapiombo sul mare. Le sue mura medievali emergono dalla pietra scura e sembrano fondersi con il paesaggio. Il contrasto tra la ruvidità della roccia, il blu profondo del mare e la forza del vento crea un’atmosfera da epopea.
Non è difficile immaginare qui cavalieri, battaglie e leggende. Dunnottar è un luogo che lascia il segno.
Balmoral Castle: la residenza estiva della famiglia reale
Dopo Dunnottar, ci aspettano circa due ore e mezza di guida in direzione Inverness. Ma prima facciamo una deviazione fondamentale: il Castello di Balmoral.

Situato in mezzo a boschi e pascoli rigogliosi, Balmoral è la residenza estiva dei reali britannici. Fu acquistato nel 1852 dal Principe Alberto per la Regina Vittoria e da allora è uno dei luoghi più amati della monarchia inglese. Ancora oggi viene utilizzato dalla famiglia reale per le vacanze estive.
La visita al castello e dei suoi giardini è molto affascinante e permette di conoscere anche un lato più intimo della vita reale.
A pochi minuti da Balmoral si trova la distilleria Royal Lochnagar, una piccola perla per gli appassionati di whisky. Questo single malt scozzese, prodotto in piccole quantità e con metodi tradizionali, è strettamente legato alla storia reale: è uno dei pochi whisky ad avere il titolo di “Royal”.
Una tappa perfetta per concludere la giornata con una degustazione dal sapore… regale.
Prosegue il nostro viaggio in Scozia, direzione Highlands
Dopo la visita al castello di Balmoral e, per chi lo desidera, un sorso di whisky alla distilleria Royal Lochnagar, ci si rimette in marcia verso nord.

La strada attraversa alcuni dei paesaggi più autentici della Scozia: vallate verdi abitate solo da pecore, piccoli fiumi che scorrono tranquilli tra le colline e villaggi sparsi qua e là, spesso composti da poche case in pietra. È una Scozia più silenziosa, meno turistica, ma di una bellezza intensa e selvaggia.

Arrivati a Inverness, il primo impatto è quello con una cittadina ordinata, compatta, attraversata dal fiume Ness. Il centro è piacevole, con qualche buon ristorante e pub, ed è un’ottima base per esplorare il cuore delle Highlands.
Le cucine dei ristoranti chiudono alle 20.30 mentre il sole tramonta due ore dopo. Sempre la solita storia. Bisogna abituarsi e prenderla con filosofia. Dormiamo in un magico hotel ricavato da una vecchia abitazione nobiliare su un’ansa del mare a pochi minuti dal centro.

Dopo una colazione tipica in base a uova e salmone facciamo checkout e ci dirigiamo verso la prossima meta. Il Castello di Eilean Donan, costeggiando Loch Ness, il lago del mitologico mostro.
Basta uscire dal centro e seguire la strada per ritrovarsi immersi in una Scozia leggendaria. Loch Ness è lungo e stretto, con acque nere e misteriose incorniciate da colline boscose che si tuffano ripide nel lago. Sembra davvero il posto perfetto per celare un mostro.
E infatti il fascino del celebre “Nessie” è ancora vivo e palpabile, con musei, punti panoramici e souvenir a tema.

Lasciato Loch Ness, dopo circa un’ora di auto, abbiamo raggiunto uno dei luoghi più iconici della Scozia: il Castello di Eilean Donan. Spot di tanti film, ha una posizione unica, trovandosi nel punto in cui si toccano ben tre laghi marini, Loch Duich, Loch Long e Loch Alsh. Collegato alla terraferma da un caratteristico ponte arcato costruito con grandi pietre nere, il castello è proprietà privata ma come molte dimore storiche è aperto al pubblico.

Costruito intorno all’anno 1200 è stato più volte abbandonato e poi risanato. Dentro è piccolo e un po’ deludente con il salone, una grande cucina e un po’ di stanze. Tutt’altra storia visto dall’esterno. La sua caratteristica sagoma, le montagne delle Highlands alle sue spalle, le rocce e le alghe sotto la roccia e il pointe… davvero affascinante!
L’Isola di Sky

Il giorno successivo si parte in direzione ovest, verso la costa. La strada che conduce all’Isola di Skye è tra le più panoramiche dell’intera Scozia. Curve dolci tra vallate verdi, laghetti scintillanti, ruscelli, e ogni tanto qualche cervo che attraversa la strada. Il paesaggio si fa sempre più drammatico man mano che ci si avvicina all’isola. Dopo circa 2 ore e mezza si arriva al ponte di Skye, che collega l’isola alla terraferma.

L’Isola di Skye è uno dei luoghi più magici e fotografati della Scozia. Selvaggia, antica, poetica. Le sue coste frastagliate, le scogliere, i fari battuti dal vento, i cottage sparsi qua e là, e soprattutto i paesaggi mozzafiato come il Quiraing o l’Old Man of Storr, regalano emozioni uniche. Qui la natura è protagonista assoluta e chi ama camminare troverà infiniti sentieri tra prati verdi e rocce affilate. I più audaci possono salire fino al Neist Point Lighthouse, il faro più famoso dell’isola, per ammirare il tramonto sull’oceano Atlantico.

La nostra prima tappa sull’isola è Portree, la “capitale”. Un grazioso villaggio di pescatori affacciato su un golfo tranquillo. Il porticciolo, con le sue casette colorate, è diventato una vera e propria immagine da cartolina.

Portree è anche il punto di partenza per le tre attrazioni principali dell’isola, tutte vicinissime.
L’Old Man of Storr è un gigantesco monolito alto oltre 50 metri, affiancato da altri pinnacoli rocciosi. Visibile persino da Portree, si raggiunge dopo una bella camminata. Attenzione però: il tempo, qui, cambia all’improvviso. Pioggia e nebbia possono compromettere la vista o impedire del tutto l’escursione. A noi è capitato.

Dopo qualche chilometro si raggiunmge Kilt Rock, la scogliera più scenografica dell’isola. Le sue pareti verticali sembrano pieghe di un kilt, da cui esce una cascata che si getta direttamente in mare, decine di metri più in basso. Uno spettacolo unico.
Ancora più avanti si raggiunge Quiraing, un altopiano vulcanico maestoso, da cui si domina gran parte dell’isola (e oltre). La strada che sale è strettissima, a una sola corsia, con piazzole per permettere alle auto di incrociarsi. Ogni curva regala nuovi paesaggi. Tutto è avvolto da una fitta vegetazione verdissima, punteggiata da pecore che pascolano liberamente.

Una volta in cima, il panorama – tempo permettendo – ripaga ampiamente lo sforzo. Se ci si trova immersi nella nebbia o nel vento, conviene aspettare: qui il meteo cambia rapidamente e spesso, all’improvviso, spunta il sole. Ma bisogna mettere in conto anche di dover rinunciare a qualcosa. Fa parte del gioco.
Consigliamo di tornare a Portree passando per l’altro versante, attraverso il villaggio marittimo di Uig. Questo itinerario permette di completare l’intero anello panoramico e di evitare la discesa sulla strettissima strada iniziale, oltre a scoprire nuovi scorci e paesaggi. Il bello della Scozia d’estate è che, con le giornate lunghissime, si riesce a vedere tanto.

Skye merita almeno una notte, meglio due se si vogliono fare le escursioni più belle. Si dorme in guesthouse, piccoli alberghi o B&B immersi nel nulla, dove spesso il silenzio regna sovrano. La sera, al pub del paese, è facile imbattersi in concerti improvvisati di musica folk. Una pinta, un piatto caldo e le note del violino sono il modo perfetto per chiudere la giornata.
Lasciate le Highlands si torna verso Edimburgo
L’ultimo tratto del nostro viaggio in Scozia è stato sicuramente quello più lungo e faticoso dal punto di vista del viaggio, ma anche il più completo. Abbiamo attraversato la Scozia centrale, con una sosta a Glasgow. Sono oltre cinque ore di macchina, perciò il tragitto può essere spezzato. Noi abbiamo scelto di farlo in un solo giorno, visto che il volo di rientro era al mattino presto e avremmo comunque dormito in uno degli hotel vicino all’aeroporto di Edimburgo.

Lasciamo l’Isola di Skye e ci dirigiamo verso la Valle di Glencoe, un altro angolo spettacolare delle Highlands. Le montagne che la circondano sono imponenti, dall’aspetto quasi stilizzato, come disegnate da un’unica linea continua. Hanno un’aura di forza, solitudine e severità nordica. Non a caso, è stata scelta come location per uno dei film più tetri di James Bond, Quantum of Solace. Assolutamente da vedere.
Lungo la strada, ci fermiamo casualmente alla Trossachs Woollen Mill, una fattoria dove è possibile ammirare e accarezzare le celebri mucche di razza Highland, quelle “pelose”. Un incontro simpatico e tipico.

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Stirling, graziosa cittadina con un affascinante centro storico racchiuso attorno a un grande castello medievale. Uno dei più importanti e scenografici di tutta la Scozia.

Prima di concludere il nostro viaggio, decidiamo di fare un salto a Glasgow. Famosa per l’architettura vittoriana e i numerosi musei, a noi non ha colpito. Dopo una breve passeggiata nel centro, ci rendiamo conto che non è il nostro genere. Nulla contro la città – è sempre soggettivo – ma rispetto a Edimburgo ci ha decisamente delusi.
South Queensferry e l’ultima notte prima del rientro
Ed è proprio lasciando Glasgow in anticipo che scopriamo per caso un vero gioiello: South Queensferry, un minuscolo paesino affacciato sulla baia, a soli 15 minuti dall’aeroporto.

È incantevole, con vista sui tre grandi ponti che attraversano il fiordo e una manciata di ristorantini vista mare molto frequentati. E’ bastato sceglierne uno e abbiamo trascorso una serata romantica e una cena deliziosa.

Concludiamo così la nostra avventura scozzese, trascorrendo l’ultima notte in uno degli hotel dell’aeroporto di Edimburgo. Soluzione perfetta per chi ha un volo mattutino: si lascia l’auto a noleggio e si raggiunge la camera in pochi minuti. Più comodo di così!

