Settimana alle Canarie
Se volete fare un break dall’inverno, fate come noi: una settimana alle Canarie è un’ottima alternativa alla settimana bianca ed anche una meta più vicina ed easy delle isole tropicali come Maldive, Seychelles e Caraibi.
Un arcipelago in mezzo all’Atlantico, che fa parte della Spagna nonostante si trovi a quasi 2000 km dalla penisola iberica, di fronte alla costa più a sud del Marocco.
Un gruppo di isole vulcaniche dov’è sempre estate. Mai troppo calda, mai fredda, con una temperatura media quasi ideale ed un vento che soffia impietoso quasi sempre spazzando via le nuvole, scompigliando i capelli e assicurando onde e raffiche ideali per gli appassionati di surf e kite di mezzo mondo.
Dove trascorrere una settimana alle Canarie
Avendo una settimana a disposizione avevamo deciso di visitarne non più di due con l’intento di trovare quelle più rappresentative e caratteristiche. E’ così che abbiamo scelto Fuerteventura e Lanzarote. Molto diverse l’una dall’altra, salvo la comunanza di paesaggio desertico e vulcanico, vicinissime (mezz’ora di traghetto), sono senza dubbio quelle da visitare per prime.
Qui si può venire tutto l’anno, anche se da febbraio a maggio i turisti sono decisamente meno. Noi ci siamo stati la prima settimana di marzo e gli alberghi erano comunque quasi tutti fully booked.
Fuerteventura è l’isola delle spiagge e del forte vento. Da qui deriva anche il suo nome. Se si cerca grandi spiagge di sabbia bianca, mare cristallino, natura aspra e selvaggia disseminata da coni di vulcani ormai dormienti, pochi centri abitati ed enormi complessi alberghieri in mezzo al nulla, Fuerte è il luogo giusto.
Lanzarote è diversa, pur apparentemente simile per via dei vulcani (qui, però, ancora attivi) e la natura aspra e potente. Le spiagge non sono belle come a Fuerte, però ciò viene compensato da paesaggi e colori ancora più mozzafiato. Vulcani, lava, deserti di magma e polvere nera e in mezzo piccoli paesini i con casette squadrate bianco candido, contornati da cactus e qua e la altissime palme solitarie. Una costa battuta dalle onde dell’oceano, selvaggia ed affascinante.
Quanto stare alle Canarie
Per vederle entrambe serve non meno di una settimana piena, forse qualcosina di più se si vuole restare un po’ più rilassati a prendere il sole in pieno inverno. C’è ovviamente chi ci viene a svernare per mesi e chi decide di trasferircisi per il resto della vita. 3 notti a Fuerte e 4 a Lanzarote sono stati il massimo che ci potevamo concedere.
A seconda dei voli, vale la pena atterrare in una delle due isole, noleggiare un’auto e riconsegnarla sull’altra da dove ripartire a fine vacanza. I traghetti che collegano Fuerte e Lanzarote partono ogni mezz’ora. È consigliabile comunque prenotare il posto on-line per non dover attendere ad imbarcare l’auto.
Per alloggiare o si prende in affitto qualche caratteristica villetta tipo finca, in uno dei paesini che non sono certo pieni di vita e divertimento, oppure optare per gli enormi complessi alberghieri che sorgono come oasi nel deserto e garantiscono confort, piscine e palestre, bike rental e mezza pensione (o completa) che elimina l’incombenza di dover cercare ogni sera un posto per mangiare. Noi abbiamo scelto la seconda soluzione e ci siamo trovati benissimo.
Ovviamente si rischia di imbattersi in qualche resort non rinnovato (sopratutto tra i 4 stelle) quindi bisogna leggere bene le recensioni sul web prima di prenotare. Per il resto sono mega-hotel divertenti che sorgono, ovviamente, nelle località più strategiche e gettonate delle due isole.
Fuerteventura
Già il suo nome evoca pirati, avventura ed esplorazione. È un Isola che spinge a fare sport, prediletta oltre che dai surfisti anche dagli appassionati di biking e trekking. Un’isola stretta e lunga le cui bellezze naturalistiche sono, purtroppo, concentrate tutte al sud o a nord, il che obbliga a percorrere distanze considerevoli (anche se abbordabili, sono due ore di auto da un’estremità all’altra) per visitarla tutta.
La parte più bella per dormire è sicuramente la punta più a sud chiamata penisola di Jandia, e ancor più precisamente nella nota località di Morro Jable. Un conglomerato di alberghi lungo una lunghissima e bellissima spiaggia (Playa Jandia), negozi, ristorantini da dove, a poca distanza, si raggiungono gran parte delle meraviglie di Fuerte.
Tra queste la strepitosa Playa de la Barca, una delle più belle dell’intera isola. Ammirarla dall’alto del Mirador de Salmo lascia a bocca aperta. La striscia di sabbia bianchissima risalta ancor di più la distesa lavica e l’azzurro del mare.
Sulla costa opposta (in quel punto dell’isola chiamato Costa Calma si passa da un lato all’altro in 10 minuti di auto) si viene invece accolti da un altro luogo magico, prediletto dei surfisti, La Pared. Una serie di spiagge battute da grandi onde che al tramonto, sull’omonima roccia de La Playa de la Pared, si riempie di “spettatori” da tutta l’isola per godersi il calar del sole.
Gran parte del promontorio di Jandia è parco naturale. Ci si addentra, e ne vale davvero la pena, in auto, appena finita la sfilza di alberghi di Morro Jable, su una impervia strada sterrata che zigzaga tra le distese di roccia. Ad un certo punto si sdoppia, a sinistra porta ai due fari mentre a destra comincia ad arrampicarsi fino a scavalcare la montagna raggiungendo la spiaggia di Cofete,
considerata da molti la spiaggia più bella dell’intera isola. Selvaggia ed incontaminata, enorme ed impervia, si estende per chilometri ai piedi delle maestose montagne che sembrano scendere come scivoli verso l’oceano.
Arrivare lì dopo 40 minuti di strada sterrata nel parco naturale è una grande emozione. Dove finisce la strada si trova anche un caratteristico ristorante e, poco distante, Casa Winter, una bellissima abitazione che solo un folle romantico ed avventuriero avrebbe potuto costruire in un luogo simile, lontana da tutto e tutti. Nei pressi del mirador, invece, attraverso un sentiero, si arriva a piedi Roaue del Moro, formazione rocciosa famosa e molto ambita dagli amanti del trekking.
A differenza della parte sud dell’isola, Fuerteventura nord è meno blasonata, più turistica e più toccata dal boom immobiliare dell’isola, anche se difficilmente si può parlare di chissà quale sviluppo edilizio. Ed anche qui ci sono spiagge ed angoli meravigliosi.
Da Jandia si percorre la strada costiera in direzione Corralejo. Se ci si vuole fermare per un caffè o una cerveza, a metà percorso si trova la località Puerto Castillo. Bel porticciolo contornato da un resort talmente grande da sembrare un paesino, una piacevole spiaggia per gli sport acquatici.
La vera meraviglia la si trova nella parte più a nord est dell’isola, si tratta del parco naturale di Corralejo. Mentre si guida a ridosso dell’oceano appare di fronte dapprima il cono di un vulcano e subito dietro cominciano ad intravedersi le bianchissime dune che scendono fino al mare talmente turchese da sembrare ritoccato con Photoshop. È Playa Alzada. Uno spettacolo davvero straordinario.
E mentre la cittadina di Corralejo non ha nulla di straordinario, a pochissima distanza dal porto si trova la Playa del Bajo de la Burra, chiamata anche Popcorn Beach. Un altro luogo dove la natura incredibile di Fuerte si è sbizzarrita rivestendo il bagnasciuga di uno strato di piccolissimi sassolini bianchi che sembrano davvero dei popcorn. Un fenomeno naturale incredibile.
Poco distante da Corralejo, spostandosi sul versante occidentale, si raggiunge anche il pittoresco borgo di pescatori di El Cotillo, famoso anche questo sopratutto per le sue spiagge battute dalle onde e tanta natura, leggermente contaminata dalle lagune artificiali create con la costruzione di alcuni gradi resort.
Come già detto, per esplorare Fuerteventura sicuramente ci si deve spostare almeno una volta da nord a sud o viceversa a seconda di dove si alloggia. Potendo scegliere sul navigatore, se si fa la strada costiera poi ne vale la pena tornare percorrendo (stesso tempo e distanza) quella che attraversa l’entroterra dell’isola. Oltre alla cittadina di La Oliva con il Palazzo del Municipio (considerato la più alta espressione dell’architettura locale), si passa anche per il Museo dell’Aloe e si scoprono paesaggi rurali e panorami bellissimi.
Lanzarote
Fuerteventura e Lanzarote sono comodamente collegate con il traghetto da Corralejo a Playa Blanca. Nonostante distino poche miglia marine l’una dall’altra, appena si sbarca la sensazione è di trovarsi in un luogo con atmosfere, colori e profumi molto diversi. I vulcani di Lanzarote sono ancora attivi (ovviamente non tutti) e la loro presenza non solo si vede, ma in qualche modo si percepisce ovunque. Le strade dell’isola attraversano paesaggi unici. Nerissime rocce laviche, pittoreschi paesini in mezzo a distese di polvere scurissima, un mare blu profondo e, a differenza di Fuerte, spiagge nere, rocciose e difficilmente raggiungibili.
Oltre ad essere più piccola, Lanzarote è anche molto più facile da girare rispetto a Fuerte. La parte migliore per alloggiare è sulla costa occidentale dell’isola, sopra o sotto Arrecife. Anche qui ci sono i soliti mega resort ed anche qui ci sono sembrati la soluzione migliore per assicurarsi relax, piscine e divertimento al ritorno dalle esplorazioni dell’isola. Noi stavamo al Barcelò Active Resort di Costa Teguise, posto strategico per tutte le esplorazioni.
Nella parte sud le principali attrazioni sono il parco naturale di Timangaya, El Lago Verde, i vigneti di La Geria e la Playa del Papagayo. Al nord il Giardino dei Cactus, Jameos del Agua, Cueva de los Verdes, la spiaggia di Famara ed il Mirador del Rio. Al centro, invece, l’Antelope Canyon ed il lussuoso porto turistico di Marina Puerto Calero, mentre altro posto da vedere sono anche i paesini di … e di … chiamato anche la cittadina delle palme oltre al porticciolo di … Si può, invece, evitare la “capitale” Arrecife che non ha nulla di interessante.
Il Parco Naturale di Timanfaya
Il Parco Naturale di Timanfaya, chiamato anche la Montagna del Fuoco, è stato creato da eruzioni relativamente recenti, avvenute nel 18simo e 19simo secolo. Crateri, rocce vulcaniche, terra rossa e formazioni laviche che si estendono fino all’oceano.
Uno spettacolo straordinario, simile a pochi altri sul pianeta. Forte, potente, drammatico. Per chi ci è stato, ricorda molto l’Islanda però in miniatura ed ovviamente con temperature ben più piacevoli.
Per entrare nel Parco si paga un biglietto e si prosegue per un altro chilometro fino al parcheggio a ridosso della punto di accoglienza. Spesso si formano lunghe code quindi bisogna munirsi di pazienza. A Timanfaya non si può girare liberamente. Una volta parcheggiati, si sale su un pullman (compreso nel prezzo) che percorre le stradine del parco per circa 30 minuti.
L’esperienza è comunque unica. Un paesaggio lunare, meraviglioso, da ammirare anche – una volta ritornati al parcheggio – dalle grandi vetrate del ristorante dove assaggiare la carne cucinata rigorosamente con il calore che emana la terra.
La Geria
Vicino all’entrata del parco si trova anche la zona che va da La Geria a La Florida.
Pochi chilometri lungo la strada LZ-30, forse la più bella dell’intero entroterra isolano. Qui ci sono i famosissimi vigneti interrati di Lanzarote, posizionati in cavità nel terreno e contornati da muretti in pietra lavica per proteggerli dal vento.
È quasi obbligatoria l’esperienza enogastronomica, da fare in una delle cantine che troverete lungo la strada. Degustazione di vini e formaggi locali e un po’ di storia. Noi ci siamo fermati nella cantina di El Grifo, qui dal 1775.
Playa del Papagayo
L’ultima attrazione della parte sud di Lanzarote è la Playa del Papagayo, una delle spiagge più caratteristiche dell’isola, poco distante dal grande centro turistico di Playa Blanca. Nelle vicinanze ce ne sono altre, però Papagayo è quella più visitata.
Il Centro-nord dell’isola
Qui in una giornata si può visitare praticamente tutto. Partendo dall’Antelope Canyon, due spaccature nella montagna raggiungibili in macchina, a poca di stanza da Arrecife, che vengono chiamate come il celebre canyon dell’Arizona anche se con questo ha poco da spartire in termini di bellezza e maestosità. Ad ogni modo è un posto divertente per qualche scatto instagrammabile.
Sicuramente più interessante è il Giardino dei Cactus (aperto dalle 10.00 alle 17.00), un giardino botanico scavato nel terreno che ospita tutte le varianti di questa pianta presenti nell’arcipelago delle Canarie.
Molto bello e divertente da visitare, è stato progettato da Cesar Manrique, celebre architetto che ha segnato l’isola con molte altre opere, tanto da diventare una specie di eroe locale a cui è stato nominato anche l’aeroporto.
Ed infatti, a poca distanza dal Jardin de Cactus si trova anche Jameos del Agua, la casa di Manrique o, meglio, un grande complesso artistico-creativo ideato da lui ed inglobato in un pezzo dell’isola creata dal tunnel formatosi a seguito dell’eruzione del vulcano De La Corona.
Ci sono vari Jameo (fori vulcanici) che portano all’auditorium, ad una grande e suggestiva piscina e così via. Nei tunnel vive anche il caratteristico granchio albino, unico nel suo genere. Per visitare James’s del Agua spesso ci sono lunghe file e una gran quantità di turisti, come anche all’adiacente Cueva de los Verdes, grotta vulcanica facente anch’essa parte dei tunnel di jamei. Illuminata da luce artificiale, si visita in circa un’ora.
Siamo quasi sull’estremità nord dell’isola. Qui, se si vuole fare una sosta mangiando ottimo pesce serve visitare il piccolo villaggio di pescatori di Orzola. I caratteristici ristoranti del porticciolo sono il luogo ideale per un piatto di pesce freschissimo e frittura straordinaria. Da Orzola partono anche i traghetti per l’isola della Graciosa mentre nei dintorni si trovano alcune spiagge famose per la sabbia bianchissima.
Sopra Orzola si trova anche la cittadina di Haira. Una manciata di casette bianche in mezzo ad una bella conca rurale chiamata Valle delle Mille Palme per via dell’antica tradizione di piantare due palme ogni volta che nasceva un bambino maschio ed una palma se femmina. Discriminatorio sì, ma si sa la parità di genere non esiste neanche oggi!
Infine, sulla punta nord di Lanzarote, in alto, quasi come se toccasse il cielo, c’è il luogo più panoramico e spettacolare dell’intera isola, il Mirador del Rio. Costruito a 474 metri di altezza, il punto di osservazione (progettato ovviamente da Cesar Manrique) è un capolavoro artistico ed architettonico edificato a strapiombo sulla montagna. Da qui si apre una vista da togliere il fiato.
Lo sguardo abbraccia il Parco Naturale dell’Arcipelago Chinijo (la più grande riserva marina nell’Unione Europea) dominata da la Graciosa, una delle più affascinanti isole delle Canarie. Brulla, accarezzata dal sole, con i suoi vulcani a disegnarne la sagoma. Si è contornati dal Promontorio di Famara e lo sguardo spazia in lontananza fino al parco di Timanfaya. Un paesaggio davvero straordinario.
Ed è proprio qui, sulle montagne sopra Famara, che abbiamo provato una delle attività che, per via del vento che soffia costante, è tra le più caratteristiche dell’isola. Il volo con parapendio. Un magnifico volo di mezz’ora planando tra il mare e i monti ammirando da una posizione davvero privilegiata questa terra così particolare. Per poi fermarci per una cerveza sulla spiaggia della Famara, uno dei luoghi più amati dai surfisti, e per un po’ di shopping a Teguise, una delle più belle cittadine dell’entroterra, a pochi chilometri l’una dall’altra, prima di rientrare in albergo.
E per gli amanti del lusso da non dimenticare un apertivo al tramonto vista yacht nel porto turistico di Marina Puerto Calero, vicino all’aeroporto.
Lanzarote e Fuerteventura sono un angolo di mondo davvero particolare. Per i vulcani, per la natura aspra e affascinante, per i paesaggi desertici e le spiagge bellissime. Un vero paradiso per chi ama fare surf, biking, trekking, ma anche relax e gastronomia. Una settimana alle Canarie da passare in famiglia, in coppia o con amici per godersi il sole tutto l’anno a patto di usare protezioni forti. Perché qui il sole brucia senza nemmeno accorgersene. Siamo pur sempre a 100 km dall’Africa, anche se nell’Unione Europea.