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Viaggio in Oman

Un viaggio in Oman è senza dubbio il modo migliore per apprezzare un luogo autentico, legato alle tradizioni e ricco di fascino per le diverse esperienze che si possono fare e i diversi territori da visitare.

Giorno dopo giorno, infatti, il Sultanato dell’Oman sta diventando una destinazione sempre più apprezzata da quei viaggiatori che, stanchi della troppa artificiosità degli Emirati Arabi, cercano fra i paesi del Golfo una destinazione esclusiva, affascinante e attenta all’ambiente.

Nell’ultimo decennio il Sultanato dell’Oman ha saputo infatti valorizzare le sue meraviglie geografiche e la cultura millenaria, offrendo ai visitatori un’esperienza davvero piacevole grazie ad un popolo accogliente come pochi e un territorio molto più variegato rispetto alle altre nazioni della penisola arabica, in grado di offrire esperienze diverse, dall’avventura al relax assoluto.

Ciò che ci ha colpito di più di questo paese è sicuramente il suo popolo. L’Oman, considerato “la Svizzera” del Golfo per la sua posizione neutrale all’interno dell’area, rappresenta una vera e propria oasi di pace. E se da una parte il merito è senz’altro della politica lungimirante adottata dal Sultano Haytham bin Ṭāriq Āl Saʿīd e prima di lui dal padre della patria e fautore del Rinascimento del Sultanato che ha governato il paese dal 1970 al 2020, l’amatissimo Sultano Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd, molto è dovuto proprio alle persone comuni. Mai, fra tutto i paesi arabi visitati, abbiamo avvertito così tanta sicurezza, tolleranza, simpatia ed educazione come in Oman. Insomma, gli omaniti ci hanno conquistati!

Nonostante sia un paese davvero grande, che occupa un territorio più esteso dell’Italia, la maggior parte dei luoghi da visitare sono concentrati nella parte centrale, intorno – per così dire – a Muscat e formano quasi cerchio che si esplora tranquillamente in cinque – sei giorni. In senso orario o antiorario non fa differenza. Se poi si hanno dei giorni in più ci si può dedicare ad un po’ di relax nei resort sulla spiaggia a pochi minuti dalla capitale.

Da Muscat, si raggiungono agevolmente in poche ore, grazie alle strade perfette e poco trafficate, le spettacolari montagne rocciose scolpite dai venti di Jabal Shams e Jabal Akhdar per poi discendere verso il deserto, da lì percorrere la costa per poi risalire fino a Muscat.

È un viaggio affascinante e coinvolgente, adatto a tutti e quando diciamo a tutti intendiamo coppie, famiglie, amici.

[Leggi anche il nostro racconto di Viaggio a Dubai]

Come muoversi durante un viaggio in Oman

Come abbiamo detto, considerate le tante cose interessanti da vedere e la sicurezza generale, sarebbe un peccato fare un viaggio statico e il nostro consiglio è sicuramente quello di godersi un tour on the road.

Si può optare per ingaggiare un autista/guida con un 4×4 (in Oman praticamente girano solo enormi fuoristrada rigorosamente bianchi con vetri scuri per respingere i raggi del sole), oppure noleggiare un mezzo e guidare da soli, in autonomia. Questa seconda opzione è più che fattibile e per niente rischiosa come si potrebbe pensare. Non c’è pericolo di perdersi nè di andare incontro ad alcun disagio. Ciò premesso, noi abbiamo optato per l’autista solo per la comodità di non dover pensare a nulla.

Il nostro viaggio in Oman è durato 6 giorni che sono sufficienti per visitare l’essenziale, ma che possono essere ampliati se la si vuole prendere più comoda.

Le distanze tra una meta e l’altra sono più che affrontabili. Di solito si impiegano al massimo 2/3 ore comprese le soste e i pranzi. Ovviamente il tutto dipende da che tipo di viaggiatori si è. Perché nel caso in cui ci si voglia perdere in tutti i souk in cerca di souvenir tradizionali il tempo potrebbe aumentare considerevolmente.

Le nostre tappe sono state:

  • Muscat
  • Nizwa
  • Al Hoota Cave
  • Oman across ages Museum
  • Bahla Fort
  • Jabal Al Akhdar
  • Falaj
  • Sharqiya Sands
  • Wadi Bani Khalid
  • Sur, Ras Al Jinz e Turtle Beach
  • Wadi Sham
  • Bimmah Sink Hole
  • Muscat

Alcuni consigli utili per organizzare un viaggio in Oman

Per quanto riguarda le comunicazioni, la connessione 5G la si trova praticamente ovunque, anche nel deserto, mentre con il Wi-Fi degli alberghi si fa un poco fatica ad avere continuità. Quindi una eSIM per stare tranquilli è praticamente d’obbligo.

Se si programma un viaggio in Oman occorre pensare a prenotare alcuni hotel con il giusto anticipo. A differenza della capitale Muscat, dove l’offerta è ampia e per tutti i gusti, sulle montagne e nel deserto gli alloggi migliori vanno via per primi e non sono poi così tanti. Per questo affidarsi ad una agenzia locale a volte conviene.

Si può pagare ovunque con carta di credito (Visa e Mastercard, Amex solo in alcuni hotel) e i prezzi sono circa come in Italia, a tratti un po’ più alti.

Vista poi l’ottima esperienza vissuta, vogliamo spendere altre due parole per la gente del posto. In Oman regna la gentilezza. Le persone sono cortesi, sorridenti e sempre disponibili senza essere mai invadenti. Persino nei souk, i mercati tradizionali che in tutto il mondo arabo sono caratterizzati da venditori insistenti che rasentano la molestia in estenuanti negoziazioni per ogni acquisto, gli omaniti riescono a distinguersi con modi amichevoli e rispettosi.

E poi, se un paese si dovesse valutare per la pulizia dei bagni pubblici l’Oman sicuramente si aggiudicherebbe uno dei primi posti in assoluto. Anche fermandosi per strada, in mezzo al deserto, si trova la solita doccetta accanto al water, sapone e un buon profumo. Quest’ultimo in realtà accompagna il viaggiatore ovunque, all’arrivo all’aeroporto, nelle lobby degli hotel, nei negozi e nei ristoranti. Profumo d’incenso, dolce e rilassante.

Infine, non dimenticate di rispettare la cultura e le usanze locali. Ogni bevanda alcolica, anche birra e vino, si possono bere solo in alcuni luoghi come negli hotel e pochi ristoranti. Se siete uomini, anche accompagnati, e dovete prendere l’ascensore con delle donne arabe aspettate la prossima corsa o se obbligati, meglio mantenere le distanze per non metterle in imbarazzo. I loro uomini fanno lo stesso con le donne occidentali, con naturalezza e cortesia.

Muscat

La capitale del Sultanato dell’Oman è una metropoli sicuramente diversa dal concetto europeo di città. Non c’è un vero e proprio centro ed è molto estesa dando l’idea di essere composta da più parti separate l’una dall’altra. Già percorrendo la strada dall’aeroporto si vede un’urbanizzazione fatta di grandi – a volta enormi – edifici governativi in stile arabo, complessi residenziali e un’infrastruttura viaria quasi perfetta.

L’assenza di un centro storico dove passeggiare è data probabilmente dalle temperature elevate per quasi sei mesi all’anno quando è facile raggiungere, tra giugno e luglio, i 50 gradi. Perciò la vita in questi mesi si svolge al chiuso, nei grandi centri commerciali che ospitano negozi, ristoranti, boutique e parchi giochi o nelle lobby degli hotel. Durante la stagione turistica invernale il tempo invece è mite, piacevolissimo e spesso la sera si alza la brezza marina che invoglia a coprirsi le spalle con un maglione o una tipica pashmina.

Dove esattamente alloggiare a Muscat è una questione un po’ complicata. Potremmo dirvi ovunque visto quanto già scritto sopra riguardo all’assenza di un centro storico e della necessità di muoversi sempre in auto. Noi abbiamo soggiornato al Radisson Collection Muscat, Hormuz Grand che pur essendo un modernissimo albergo non ha rinunciato allo stile arabo richiamato nei numerosi dettagli architettonici e di design. Comodo anche perchè vicino all’Aeroporto!

Se si optasse invece per fare qualche giorno di mare alla fine del viaggio, la zona migliore è il bellissimo e panoramico tratto di Muscat Bay, un conglomerato di vari hotel, poco distante da Muttrah e dal palazzo del Sultano. Shangri-la Al Husn, Al Bandar più lo storico Al Bustan Palace, sono tutti hotel fantastici affacciati sul mare.

La città antica è Muttrah, l’unico luogo in cui si può fare una piacevole passeggiata addentrandosi nelle tipiche viuzze e nel souk. Il lungomare che parte dal mercato del pesce per poi costeggiare il porto dove sono ormeggiati anche gli enormi yacht del Sultano e qualche caicco tradizionale, è un luogo animato di giorno e di sera, uno dei preferiti per gli abitanti della capitale, nonché meta esotica per i turisti.

Partendo dal mercato, si nota sulla destra il minareto e la cupola blu della bellissima Moschea che risalta fra una manciata di edifici storici. Subito dopo si entra nel vecchio souk, un labirinto di negozietti e botteghe in cui perdersi è un piacere.

Oltre al souk, su una ripida rocca, si erge la fortezza ed il tutto ha come sfondo le montagne di roccia granitica tipiche dell’Oman che ci accompagnano durante tutto il viaggio e che al tramonto si tingono di rosso con un effetto davvero spettacolare.

Scavalcando il promontorio, a circa un chilometro si raggiunge un’altra baia molto particolare dove si trovano la Fortezza di Al Mirani, costruita nel XVI secolo dai portoghesi per difendere il golfo dell’Oman e il palazzo ufficiale del Sultano, Al Alam Palace.

Una sosta lungo la strada per ammirare questa specie di gola in mezzo alla montagna, le torri e i forti sui picchi e gli edifici cangianti ai loro piedi è una delle immagini più tipiche dell’Oman.

La maggiore attrazione di Muscat, però, è la Grande Moschea che porta il nome del Sultano Qaboos. Un luogo di culto progettato per stupire, enorme e magnifico, che riesce a trasmettere al visitatore quella pace e profondità che caratterizza l’architettura islamica religiosa. È una delle più grandi moschee del mondo.

Una volta entrati si rimane colpiti dalla bellezza dei cortili e dei giardini mentre la sala di preghiera principale, sovrastata dal gigantesco lampadario di cristalli Swarovski, è coperta interamente da un infinto tappeto persiano che lascia senza parole.

Merita una visita anche la Royal Opera House, il modernissimo edificio rigorosamente in stile omanita, ma anche con grandi influenze italiane dal travertino con cui è decorata allo stesso direttore!

Questa struttura rispecchia la propensione del Sultanato a crescere e creare spettacolari edifici puntando su architetti di fama internazionale e costruzioni che colpiscono i visitatori. Informatevi sul calendario degli spettacoli per trascorrere una serata culturale diversa dal solito!

E per concludere, per gli amanti delle fragranze sofisticate si può fare un tour della Amouage Parfume Factory, fabbrica dove si producono tra i migliori – e più costosi – profumi di tutto l’Oriente e dove abbiamo avuto la possibilità, oltre che di provarli, anche di assistere alle fasi della produzione di questi prodotti di eccellenza.

Nizwa

Il giorno seguente partiamo da Muscat in direzione delle montagne di Jabal Akhdar fermandoci prima a Nizwa, la vecchia capitale dell’Oman, che dista circa 140 km che abbiamo percorso in poco più di un’ora. Si arriva dritti al parcheggio del Forte e del Castello di Nizwa, la fortificazione più antica, grande e famosa dell’Oman, nonché attrazione più visitata. I turisti per fortuna sono pochi e si riesce a visitare in tranquillità il souk, il Forte e il Castello, ammirandone la bellezza e l’autenticità.

Costruiti nel XVII secolo, il Forte ed il Castello sono un unico spettacolare esempio di fortificazione araba. La torre principale ha un diametro di 24 metri ed è la più grande di tutta la Penisola Arabica. Pozzi d’acqua dolce, sale coperte da tappeti tradizionali, scale e passaggi e un’infinità di cannoni e feritoie. Il complesso è davvero affascinante ed evoca battaglie d’altri tempi.

Il Souk è sicuramente il più affascinante che abbiamo visitato. Le case tradizionali e i prodotti che vengono venduti gli donano un fascino unico. Il venerdì vengono venduti anche gli animali, in particolare le capre.

Al Hoota Cave

Da Nizwa, dove impieghiamo circa due ore per la vista, raggiungiamo Al Hoota Cave, le spettacolari grotte che si trovano a circa mezz’ora. Ciò che ci colpisce è quanto sia ben fatto ed organizzato il sito (a pagamento).

Il percorso impegna circa 30-45 minuti e si snoda sottoterra tra grandi cavità, spaccature, stalattiti e stalagmiti illuminate alla perfezione per farle ammirare al meglio e, da viaggiatori che di grotte ne hanno viste, possiamo dire che Al Hoota Cave è davvero un posto che merita una sosta.

Bahla Fort

Lasciamo le grotte e ci muoviamo verso il Bahla Fort, altro grande e bellissimo esempio di architettura fortificata rimasta intatta nei secoli, tanto da guadagnarsi un posto tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Un’impressionante fortificazione se consideriamo che è fatta di fango e paglia seguendo le tecniche costruttive tradizionali. È il più grande forte costruito con questa tecnica dell’Oman ed è oggi il centro culturale della zona.

Jabal Akhdar

Da Bahla Fort cominciamo a risalire la ripida, ma sempre larga e perfettamente asfaltata, strada che, un tornante dopo l’altro, risale la montagna in direzione Jabal Akhdar, (“Montagna Verde”), la più nota località ad alta quota dell’Oman. È il rifugio prediletto dagli abitanti di Muscat quando arriva il caldo, perché qui, a quote tra 2000 e 3000 metri, durante l’estate si respira consentendo di fare sport, anche estremi come arrampicate e mountain bike, passeggiate, far giocare i bambini e avere un po’ di refrigerio. Di solito qui le temperature si aggirano di giorno sui 20 gradi.

Più la strada sale e più il panorama diventa impressionante. Le sagome delle catene montuose si sovrappongono come onde su onde in un gioco di luci e ombre. Di verde, tranne il nome, non c’è granché. Giusto per puntualizzare, la vetta maggiore raggiunge ben 3075 metri di altitudine.

Arriviamo al nostro hotel con buon anticipo sul tramonto che è indicato per le 18.00. Abbiamo deciso di alloggiare al DusitD2 Naseem Resort Jabal Akhdar, un resort improntato sugli sport anche estremi, l’intrattenimento per famiglie e un confort assoluto.

Dopo aver lasciato i bagagli corriamo a vedere, appunto, il nascondersi del sole dietro gli spettacolari picchi e canyon che circondano Jabal Akhdar. Dicono che il panorama da qui sia uno dei più belli dell’intero Oman e non possiamo negarlo.

Terraced Fields Viewpoint è il luogo ideale per ammirare tale meraviglia. In alternativa ci sono, se si pernotta lì oppure ci si va per un drink, le terrazze dei lussuosi hotel Anantara e Indigo. In ogni caso, il tramonto da qui è una delle esperienze più emozionanti del nostro viaggio in questo meraviglioso paese.

Il punto d’osservazione appena indicato. Il Terraced Fields Viewpoint, si chiama così perché affaccia su 3 piccoli villaggi, Al Ayn, Al Manahil e Sayq, tra cui due arroccati sul pendio e uno adagiato in fondo alla vallata, caratterizzati dai particolari terrazzamenti che servono per le coltivazioni. Meritano una visita per comprendere la vita degli abitanti del posto.

Una nota particolare. L’alternativa a Jabal Akhdar è Jabal Shamps (Montagna del Sole), l’altra famosissima destinazione di montagna, distante pochi chilometri in linea d’aria da Jabal Akhdar, ma in macchina ci vogliono quasi 3 ore e un giro piuttosto complicato. Proprio per questo si sceglie l’una o l’altra, tranne se si hanno più giorni a disposizione. Jabal Shamps è nota per il Al Nakhur Canyon, spettacolare spaccatura terrestre denominata anche il Gran Canyon d’Arabia.

Falaj Al Khatmain

Dopo le emozioni che ci hanno regalato le montagne riscendiamo verso Nizwa facendo una breve sosta questa volta a visitare il Castello di Bait Al Shabab ma sopratutto per capire il sito UNESCO del Falaj Al Khatmain, il millenario sistema di irrigazione che nei secoli ha portato in modo quasi miracoloso acqua per l’agricoltura in questi luoghi così aridi.

Oman Across Ages Museum

E prima di dirigerci verso il deserto ci attende un’altra sorpresa. L’Oman Across Ages Museum.

Se qualcuno pensa che si tratti di un noioso museo con due reperti fossili e qualche vetrina di abiti tradizionali si sbaglia di grosso! Già da lontano, in mezzo praticamente al nulla, salta all’occhio questa enorme ma aggraziata struttura, modernissima e futurista. L’edificio di per sé è un’opera d’arte.

Una volta all’interno ci si immerge, attraverso un meraviglioso percorso interattivo, nella storia dell’Oman. Un’ode alla lungimiranza e alla visione progressista del Sultano che ha governato il paese per 50 anni trasformandolo in uno stato moderno e in costante crescita. La visita richiede un’ora o poco più e possiamo dire che è una tappa immancabile di ogni viaggio in Oman.

Sharqiya Sands

Pranziamo in un ristorante tipico nei pressi dell’Oman Across Ages Museum e poi risaliamo sul nostro fuoristrada dirigendoci verso Sharqiya Sands, noto anche come Wahiba che prende nome dai beduini che vi abitano, la porta del grande deserto di sabbia che si estende per centinaia di chilometri verso sud-ovest, selvaggio ed inesplorato.

L’emozione di passare in poche ore dalle altissime montagne alle dune del deserto è indescrivibile. Arriviamo all’ultimo paesino abitato dove dobbiamo sgonfiare gli pneumatici perché da lì in poi la strada non è più asfaltata e solo così abbiamo la giusta aderenza sulla sabbia morbida.

Il nostro Camp si trova una decina di chilometri più avanti. Lo Star Gate Camp è veramente unico, senza dubbio uno dei più belli perché adagiato sulle dune in posizione panoramica, mentre gli altri sono tutti in basso. La scelta del campo è fondamentale per assaporare appieno il deserto. Anche a costo di spendere qualcosa in più.

Del tramonto nel deserto è inutile parlare. Serve vederlo, viverlo. Sembra di trovarsi su un altro pianeta. Circondati solo da silenzio, pace e quel rosso che tinge la sabbia fino all’orizzonte. Noi lo abbiamo potuto ammirare direttamente dal terrazzo della tenda, seduti sui lettini mentre gustavamo un aperitivo.

Certo, ci sono anche una discreta quantità di 4×4 che si avventurano in derapate sulle dune (a volte impantanandosi), dei quad che sfrecciano in lontananza e qualche carovana di cammelli con in groppa turisti, però anche questo fa parte del fascino del posto e va vissuto almeno una volta nella vita.

La sensazione del 4×4 che scivola di lato dalla cima delle dune apparentemente senza controllo, la tranquillità negli occhi dei cammelli che masticano con indifferenza in attesa di portare qualcuno ad ammirare l’alba o il tramonto seduto comodamente sulla sella ricamata, i focolari che si accendono dopo il calare del sole, tutto questo è magia.

Prima di andare a dormire l’emozione più grande l’abbiamo avuta guardando il cielo punteggiato di stelle che sembrano quasi schiacciarci da quante sono. Mentre al risveglio ci siamo goduti l’alba che ci ha riempito gli occhi e il cuore prima di ripartire per un’altra giornata alla scoperta dell’Oman.

Wadi Bani Khalid

Dopo una deliziosa colazione e un giro sui cammelli, ci siamo rimessi in viaggio con destinazione una delle più belle oasi dell’Oman: Wadi Bani Khalid.

Eh, si, perché una delle meraviglie nascoste del paese sono i suoi Wadi, dei bacini d’acqua cristallina che si formano nelle oasi nascoste tra le alte pareti rocciose dei canyon di montagna.

Costume nello zaino e scarpe da roccia, ci troviamo in un posto incredibile che sembra uscito da un film d’avventura. Con un po’ di turisti, però in quantità accettabile. Oltretutto l’esperienza non è appagante solo per gli occhi, ma anche per il corpo, appena ci si immerge nelle tiepide acque del Wadi.

Sur, Ras Al Jinz e Turtle Beach

Dopo il bagno ripartiamo in direzione di Sur, nota cittadina sulla costa, famosa per la Sur Dhow Factory, la fabbrica e museo che racconta la tradizione omanita nella costruzione delle tipiche barche locali. Il museo è piccolo e piacevole mentre sulla spiaggia ci sono diverse barche in fase di costruzione.

Il colpo d’occhio su Sur è davvero affascinante. Le sue torri di avvistamento, il grande Faro di Al-Ayjah e le insenature che la proteggono dal mare aperto regalano uno scenario incredibile.

Da lì ci siamo spinti poco più a sud (a circa 30 km) per arrivare nei pressi di Ras Al Jinz, dove abbiamo fatto il check-in al Sama Ras Al Jinz, un delizioso eco-hotel in mezzo al nulla, con capanne luxury coi tetti di paglia da cui abbiamo ammirato un altro tramonto infuocato.

Dopo la cena in hotel ci aspettava una delle esperienze più emozionanti mai vissute. In 5 minuti di macchina abbiamo raggiunto Turtle beach, una delle più famose spiagge, una manciata in tutto il pianeta, dove le tartarughe giganti vengono a deporre le uova. Si spingono qui dalle Maldive, dalle coste della Somalia e persino dall’Australia. Il periodo migliore è quello estivo quando ogni giorno giungono qui centinaia di esemplari. Nei mesi invernali sono molte meno, però con un po’ di fortuna si può assistere quasi quotidianamente a questo spettacolo avvistandone una, due o anche di più.

La visita della spiaggia è organizzata e a numero chiuso. Occorre prenotare presso la Ras Al Jinz Turtle Reserve e recarsi lì dopo cena, di solito dalle 20.00 in poi, perché le tartarughe raggiungono la spiaggia di notte. I visitatori vengono divisi in piccoli gruppi e accompagnati dalle guide, dotate di particolari torce ad infrarossi, nei tratti dov’è stato avvistato qualche esemplare.

Noi siamo stati fortunati e per una buona mezz’ora abbiamo assistito a questo incredibile e commovente spettacolo della natura in cui una tartaruga di quasi 200 kg cercava di risalire il bagnasciuga scavando la sabbia in profondità per poi deporre le uova ed infine, esausta, ritornare in mare scomparendo tra le onde.

Con questa emozione nel cuore siamo tornati al lodge e ci siamo addormentati!

Wadi Shab e Bimmah Sink Hole

Al mattino, dopo una colazione tradizionale omanita, siamo partiti per raggiungere nuovamente Muscat senza farci mancare numerose altre visite lungo la costa.

Dopo poco abbandoniamo l’autostrada, attraversiamo un villaggio affacciato sul mare pieno di caprette che ci guardano incuriosire ed arriviamo al parcheggio del Wadi Shab, un’altro canyon in cui scorre un fiume. Wadi Shab significa appunto “gola fra due scogliere”.

A differenza di Wadi Bani qui serve spirito sportivo: è consigliato indossare scarpe da trekking, ma non senza portare con sé il costume.

Appena arrivati si sale su una delle barchette di legno che portano sulla riva opposta della foce del fiume per poi incamminarsi per circa un’ora lungo un percorso che diventa piano piano sempre più spettacolare. La difficoltà è bassa, si incontrano anche turisti anziani che però fanno un po’ fatica, sopratutto a non scivolare sugli enormi sassi sui quali a tratti bisogna arrampicarsi.

Anche qui, tra le altissime pareti verticali della montagna, si trovano vasche d’acqua cristallina dove refrigerarsi e tuffarsi.

Ripartiamo verso l’ultima tappa, il Hawiyat Najm Park per ammirare il Sink Hole. Si tratta di una falesia o, meglio, di un cratere naturale il cui fondo è pieno di acqua verde smeraldo in cui si può nuotare.

Prima di rientrare a Muscat abbiamo fatto una visita alla zona più “inn” della capitale: Muscat Bay. Si tratta di un promontorio costellato di ville panoramiche e hotel di lusso, adagiati su una costa frastagliata e davvero suggestiva con le montagne che scendono fino in riva al mare creando dei giochi di ombre davvero unici. Se dopo il tour on the road volete regalarvi qualche giorno di puro relax, questo è il posto giusto!

Il nostro viaggio in Oman finisce qui. Ci siamo immersi nella cultura del posto apprezzando la gentilezza degli omaniti, la loro ospitalità e il loro calore. Abbiamo visitato fortezze e moschee, oasi e villaggi tradizionali. Ci siamo arrampicati sulle montagne, avventurati tra le dune del deserto e lungo la costa. Infine, abbiamo apprezzato la modernità che sta trasformando il paese senza però discostarsi troppo dalle loro affascinanti tradizioni.

P.S. Non abbiamo accennato alla cucina Omanita, ma non perchè non sia buona, anzi! Forse l’unico appunto è la monotonia. I piatti principali sono infatti carne o pesce serviti con diversi tipi di riso.

La carne può essere di pollo, di agnello o addirittura di cammello… ebbene sì, l’abbiamo assaggiata e non è niente male. Poi ci sono tante verdure,  l’immancabile Hummus, la zuppa di lenticchie che servono anche a colazione.

Negli alberghi internazionali è possibile trovare sia i piatti tradizionali che qualcosa di più europeo (ma la pasta ci siamo rifiutati di assaggiarla). Infine una mention particolare la facciamo al Karak Tea, un the speziato servito con il latte davvero buonissimo.