a Giordania è considerata da molti la Svizzera del Vicino Oriente, per via di stabilità politica, diffuso benessere, tolleranza religiosa e grado di modernizzazione. E’ una monarchia ereditaria, attratta dall’Occidente, il che rende la permanenza degli stranieri in questa piccola nazione sicura e piacevole. Per gran parte desertica, è sbilanciata lungo la florida valle sul lato ovest, quello che confina con Israele, per intenderci, che si estende su tutta la lunghezza del paese racchiudendo anche la costa orientale del Mar Morto.
Nonostante le ridotte dimensioni – si impiegano quattro ore di auto per attraversarla tutta – la Giordania vanta attrazioni turistiche notevoli. La prima è Petra, l’incredibile sito archeologico diventato una delle sette nuove meraviglie del mondo. Poi c’è il Mar Morto, il deserto Wadi Rum e Aqaba, principale porto affacciato sull’omonimo golfo del Mar Rosso.
Abbiamo dedicato 4 notti al nostro viaggio in Giordania, approfittando di un long weekend di fine marzo. Infatti, marzo e aprile sono i periodi migliori, visto che già dai primi di maggio il caldo diventa insopportabile. L’idea iniziale era quella di affittare un’auto, visto che c’è una sola autostrada, tutta dritta e che è praticamente impossibile perdersi. Poi, però, abbiamo appreso che se si provoca un incidente e viene accertata la responsabilità, si permane in carcere finché i feriti non si riprendono (non sappiamo ancora cosa sarebbe successo nel caso ci fosse scappato il morto!) e così abbiamo rinunciato, senza approfondire ulteriormente la veridicità della notizia. Abbiamo contattato alcune agenzie on line facendoci fare un po’ di preventivi per noleggiare un pullmino con autista (eravamo con una coppia di amici) e alla fine abbiamo spuntato un prezzo di 350 euro per tutti e quattro giorni, dall’arrivo all’aeroporto sino alla partenza, compresi i biglietti d’ingresso per i siti archeologici e per un day stay in uno degli alberghi sul Mar Morto.
Per la prenotazione degli hotel ci abbiamo pensato noi e così ci siamo imbarcati sul volo diretto Royal Jordanian da Roma ad Amman che, tra un film e l’ottimo cibo ci ha portato in circa 3 ore nella capitale giordana.
Amman
Ad Amman avevamo prenotato la prima e la quarta notte, per via degli orari dei voli non troppo comodi. In ogni caso, la scelta dell’albergo è vostra. C’è un ampia scelta di vari cinque stelle a prezzi davvero ridicoli, il nostro era il Regency Palace Amman (www.theregencyhotel.com). D’altronde… chi ci va ad Amman? Inoltre, avete un autista a disposizione, che vi porterà a cena e ovunque vogliate. Fatevi portare in qualche ristorante tipico e assaggiate rigorosamente la cucina araba.
La mattina seguente abbiamo fatto una rapida visita della città. Sulle guide leggerete cose del tipo “Amman è una città ricca di contrasti, che mischia il moderno con l’antico …” Non è vero, non è né l’una né l’altra cosa. E’ semplicemente una metropoli tipica per la sua area geografica, composta da una distesa di palazzi bianchi con tetti piatti arrampicati sulle colline aride e assolate, le cui strade tranquille nascondono ristorantini e bar ombreggiati, mentre sullo sfondo spiccano da qualche anno alcuni grattaceli come testimonianza di essere nel XXI secolo. Ciò che colpisce, però, è la pacifica convivenza delle diverse religioni – dove c’è una moschea, di fronte ci sarà una chiesa cristiana o una sinagoga. In giro per la città si vede di tutto, da donne con il burka a ragazze con jeans a vita bassa e tacchi a spillo.
Ad Amman di interessante non c’è praticamente nulla. L’autista vi porterà a vedere il Tempio di Ercole, o meglio, le tre colonne che ne sono rimaste, che si trova su uno dei colli più alti della città offrendo un bel panorama sulla metropoli, e il sottostante Teatro Romano. Poi è finita! Salite in auto e partite per il Mar Morto.
Mar Morto
Sulla strada passerete per il Monte Nebo, dalla cui cima si apre un panorama mozzafiato sul Mar Morto, la valle del Giordano e, nelle giornate limpide, fino alle colline di Gerusalemme. Si tratta di un luogo di pellegrinaggio in quanto si ritiene che da qui Mosè vide la Terra Santa. Scendete a sgranchirvi le gambe e fate un giro. Dal Monte Nebo la strada scende ripida verso il mare, attraversando la più importante zona vinicola della Giordania, da dove provengono gli ottimi rossi (es. St. George) e bianchi da degustare assolutamente.
Il Mar Morto e in realtà un grande lago, racchiuso tra la Giordania e Israele, talmente salato da essere privo di qualsiasi specie marina. Guardando questa enorme distesa d’acqua la sensazione è strana – non ci sono barche, pescherecci e nemmeno centri abitati, salvo alcuni grandi alberghi sparsi lungo la sua rocciosa costa.
Nel pacchetto offerto dall’agenzia che ci ha fornito l’autista, era inclusa anche la sosta all’hotel Movenpick Resort & Spa Dead Sea (www.moevenpick-hotels.com)dove ci siamo riposati pranzando e prendendo il sole, oltre – naturalmente – a ricoprirci di fanghi termali per poi immergerci nel mare. Per modo di dire, dato che a causa della elevata quantità di sale nell’acqua si riesce a malapena a stare a galla facendo molta fatica a rimanere in equilibrio coi piedi vanno in su in un modo incredibilmente innaturale. E tutti giù a ridere come pazzi… Mah!
Petra
Nel primo pomeriggio, con la pelle liscissima per via dei fanghi, abbiamo lasciato l’albergo proseguendo sulla strada che ci avrebbe portati a Petra. Lungo il percorso ci siamo fermati in alcuni punti ad osservare i depositi salini formatisi sulla costa, poi la strada ha cominciato a salire tra rocce e insenature spettacolari e così, prima di cena, abbiamo raggiunto la nostra meta.
Avremmo passato a Petra due notti, così abbiamo prenotato al Movenpick Resort Petra (www.movempick-hotels.com), non solo perché uno dei migliori hotel della zona, ma soprattutto per la sua posizione strategica proprio di fronte all’ingresso della zona archeologica. L’hotel vanta alcuni ottimi ristoranti il che ci ha tolto dall’imbarazzo di mangiare fuori, visto che dopocena abbiamo fatto un giro e non c’era nulla che ci allettava. Visto che saremmo rimasti per due notti e che qui si gira a piedi, abbiamo accordato al nostro autista di andare a trovare i figli ad Aqaba.
La mattina, appena finita la colazione, siamo entrati a Petra. Onestamente c’era meno gente di quanto ci aspettassimo. Il percorso inizia tra le rocce rossicce che pian piano si stringono e si innalzano fino a formare degli incredibili canyon con pareti alte decine di metri. Uno spettacolo davvero unico. Dopo mezz’ora di cammino nella gola all’improvviso, in mezzo a una strettoia nelle rocce, appare come una visione il Khasneh Al Faroun – il Tesoro dei Faraoni – una delle più impressionanti e mistiche creazioni dell’uomo, un tempio scavato nella roccia di cui a tutt’oggi si sa molto poco.
Trovarsi in questo spiazzo contornato dalle pareti verticali del canyon, con il Tempio davanti a voi è un’emozione incredibile. Prendetevi tutto il tempo che volete, sedetevi per terra e osservatelo. Da lì è anche il punto migliore per scattare delle foto. L’assenza di luce diretta e il colore chiaro delle paratie creano condizioni perfette, soprattutto se vi trovate sul lato sinistro.
Dopo il Tesoro, proseguite la visita della zona archeologica dove sorgeva la città di Petra, tra grotte, resti di acquedotti con cui portavano l’acqua fin qui e il suggestivo teatro romano. Spingetevi fino alle gigantesche Tombe reali che troverete scavate nella roccia sulla vostra destra quando la città ci allarga diventando più ariosa. Da lì non siamo andati oltre. Eravamo stanchi e avevamo visto tutto quello che meritava. Siamo tornati in albergo e abbiamo passato il tardo pomeriggio in piscina, in totale relax, ad assorbire le impressioni di questo magico luogo.
Wadi Rum
La mattina dopo, alle otto, il nostro autista ci attendeva sorridente davanti all’hotel, pronto a portarci con il minibus in uno dei più spettacolari deserti del pianeta – il Wadi Rum.
Giunti dopo un’ora e mezzo circa in un villaggio di beduini ai margini del deserto, abbiamo preso un tè e poi siamo saliti su un fuoristrada per un giro.
Wadi Rum è un’ampia e spettacolare vallata desertica, caratterizzata da incredibili conformazioni rocciose che sporgono qua à e là, tra sabbia e dune rosse. Qui, tra i beduini, vi era la base dell’ufficiale britannico Lawrence d’Arabia, la leggenda vivente della Rivolta Araba ed è qui che oggi si radunano i migliori climbers al mondo per scalare. Il safari dura circa tre ore e vi porta nei luoghi più suggestivi. Prendevi il tempo che volete, cercate di percepire l’energia del posto, di imprimere nella mente il panorama. Come tutti i deserti, anche nel Wadi Rum c’è qualcosa di irreale, di divino, che fa pensare all’infinità dell’universo.
Se avete una notte in più, alcune strutture offrono di passare una notte con i beduini nel deserto, dormendo in sacchi a pelo o in tende. Per noi è stato un rammarico non poterlo fare. E’ superfluo, invece, allungarsi fino ad Aqaba che non è altro che uno dei classici centri turistici sul Mar Rosso molto simile a Sharm El Sheikh. Grandi alberghi che offrono formule all-inclusive, ombrelloni e turismo di massa.
Così, nel tardo pomeriggio, siamo tornati ad Amman. L’autista ci ha portati a cena e poi nella zona della vita notturna, assolutamente occidentale, dove abbiamo preso un drink ascoltando bella musica e osservando come si diverte la gente del posto.
رحلة جيدة