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West Coast USA on the road

V

isitare la West Coast USA on the road è una delle esperienze immancabili per qualsiasi viaggiatore che si rispetti, non solo perché si toccano mete uniche, si vedono paesaggi spettacolari e luoghi emozionanti, ma soprattutto perché, a differenza di altri percorsi più impegnativi in giro per il mondo, questo lo si può fare in coppia o in solitaria, con amici o anche con figli.

Il periodo migliore per visitare la  West Coast è senz’altro tra giugno e settembre. Noi ci siamo stati a cavallo fra agosto e settembre e, a dire il vero, non ci siamo nemmeno accorti di essere in alta stagione. Le città, le strade, i parchi, tutto era tranquillo e ben organizzato, si trovava posto senza difficoltà e non c’erano ne file ne intoppi.

West Coast USA

Le tappe del nostro tour della West Coast USA on the road

In tutto abbiamo “macinato” circa 6000 km in 23 giorni attraversando 4 stati: California, Arizona, Utah e Nevada con le seguenti tappe:

Los Angeles

Monterey

San Francisco

Yosemite National Park

Death Valley

Las Vegas

Grand Canyon

Monument Valley

Sedona

Phoenix

San Diego

Los Angeles

Un viaggio attraverso metropoli, parchi naturali e sconfinate distese che ci ha fatto immergere nell’atmosfera cinematografica al 100%!

Los Angeles

Atterrati al LAX, l’aeroporto di L.A., abbiamo raggiunto il parcheggio dove ci attendeva la nostra Chevrolet prenotata dall’Italia. Abbiamo caricato le valigie e ci siamo diretti verso l’albergo.

Los Angeles è una metropoli gigantesca, immensa, un’infinito susseguirsi di quartieri con case basse e strade disposte a griglia che si sviluppa lungo la costa dell’oceano pacifico occupando un’area di centinaia di chilometri quadrati, attraversata da larghissime highways che vanno in ogni direzione.

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Non avendo un centro, come lo intendiamo noi europei, è una città che può disorientare e spesso non piacere ai turisti abituati a visitare parti storiche e monumenti. Inoltre la città di Los Angeles è solo una parte di questa urbanizzazione perchè gran parte di ciò che noi pensiamo sia L.A. in realtà sono municipalità diverse (come Santa Monica) che però sono apparentemente un tutt’uno.

E’ anche uno dei luoghi con il clima migliore al mondo, con poche giornate di pioggia e una piacevolissima media di 24 gradi praticamente tutto l’anno.

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Downtown è il centro finanziario e amministrativo, che ospita la zona dei grattacieli, ma non fatevi ingannare. Non è un centro vero e proprio. Le sue larghe strade sono deserte anche a mezzogiorno e alle cinque del pomeriggio non resta più anima viva. Luogo in cui girano molti film (siamo stati anche spettatori in diretta di un vero e proprio inseguimento per qualche film o serie televisiva!), è dominato dal US Bank Tower, il grattacielo con il caratteristico tetto a stella famoso per essere quello con cui di solto se la prendono gli invasori alieni che vogliono distruggere il mondo in quasi tutti i colossal hollywoodiani di fantascienza (Indipendence Day su tutti!).

West Coast USA

Avendo la macchina e considerata l’estrema facilità con cui ci si orienta a Los Angeles (nonostante le dimensioni), a nostro avviso il miglior luogo per alloggiare è Hollywood e volendo immergerci nella vita cinematografica che regna incontrastata in questa città abbiamo scelto un hotel che è una vera e propria icona: The Hollywood  Roosevelt su Hollywood Boulevard, dove, mentre vi godrete un drink a bordo piscina, vi sembrerà che da un momento all’altro sbucherà Leonardo Di Caprio inseguito da Tom Hanks come nel film “Catch me if you can” che è stato girato qua.
 Se volete calma e lusso, invece, sceglietene uno nella zona di Beverly Hills mentre un po’ distante dalla città ma di grande fascino è anche la zona costiera piena di locali e divertimento di Santa Monica e Venice Beach. Evitate invece, come avrete già capito, di alloggiare a Downtown!

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E’ proprio dal cuore di Hollywood che bisogna iniziare il giro della città. Di fronte all’albergo c’è il TLC Chinese Theatre, davanti al quale passa la famosissima Walk of Fame, il marciapiede dove i divi del cinema hanno la stella con il proprio nome incastonata nel pavimento.
 Per il resto Hollywood Boulevard è un anonimo viale con negozi mediocri e fast food per turisti. Una volta percorsa la Walk of Fame abbiamo preso la macchina e siamo saliti sulle colline, nel quartiere appunto di Hollywood Hills.

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Anche qui non c’è nulla di particolare da vedere, ma a L.A. una delle cose più interessanti da fare è girare sulle strade e ammirare le case, i curatissimi giardini contornati da palme e macchine cabrio parcheggiate nei viali, la vita lenta e rilassata, le belle ragazze che fanno jogging e uomini in pantaloncini corti che portano a spasso i cani. Dietro ogni cancello è probabile che si nasconda un regista ambizioso in cerca del suo momento di gloria, uno sceneggiatore in crisi o qualche attore non ancora affermato che studia un copione.

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Dopo aver girato un po’ sulle colline di Hollywood, siamo scesi sul Sunset Boulevard, caratterizzato dalle altissime palme allineate, che ci ha portati dritti nel cuore di Beverly Hills.

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Abbiamo fatto una sosta d’obbligo a Rodeo Drive, la strada dello shopping di lusso (“Pretty Woman” insegna) e, proseguendo sul Sunset Boulevard siamo arrivati al monumentale ingresso di Bel Air, il vero quartiere delle celebrità di Hollywood, dove star del cinema, produttori, magnati dell’industria e addirittura ex politici come i Reagan acquistano spettacolari ville affacciate su tutta Los Angeles.

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Quindi, dopo un giro a Beverly Hills e Bel Air dove abbiamo ammirato queste meravigliose ville non potevamo mancare una passeggiata su Rodeo Drive fermandoci in uno dei tanti caffè per sentirci un po’ Paris Hilton. Da li, lungo Santa Monica Boulevard, abbiamo raggiunto Santa Monica. Il “centro”, se così si può dire, è il Santa Monica Pier, il lunghissimo molo che sovrasta la spiaggia dominato dalla famosa ruota panoramica che avrete visto in tanti film e telefilm.

Qui hanno girato anche la serie Baywtach e, anche se non erano proprio Pamela Anderson o David Hasselhoff l’atmosfera è garantita. Sulla spiaggia però, piuttosto che vedere modelle con corpi sinuosi e ragazzi muscolosi, è più facile vedere famiglie di latinoamericani in canottiera che mangiano cibo in scatola.

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La spiaggia è bella ma il mare lascia decisamente a desiderare. Siamo pur sempre sull’oceano e all’interno di una metropoli! Da li ci siamo spinti prima a nord, lungo la Pacific Coast Highway fino a Malibù, la spiaggia delle celebrità con delle bellissime case affacciate sull’oceano. Poi siamo tornati indietro e, oltrepassata Santa Monica, proseguendo verso sud abbiamo raggiunto Venice Beach, la zona sicuramente più divertente, pittoresca e animata di Los Angeles. Vi potreste addirittura imbattere, come è successo a noi, in un rave di percussionisti sulla spiaggia e ballare senza sosta fino al tramonto!

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Il caratteristico lungomare è cosparso di case con architettura eccentrica, ristoranti, negozi e locali dove la gente passeggia, corre, va sui rollerblades, suona, canta o si allena nelle palestre all’aperto per poi sedersi con birra in mano sulla lunghissima spiaggia a guardare il tramonto. Qui sì che vedrete bella gente!

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Dietro Venice Beach, tra la 22sima e la 27sima, c’è anche la zona dei canali chiamata Little Venice, un bizzarro gruppo di case sull’acqua che sembra (tanto per cambiare) un set cinematografico.

Il giorno dopo lo abbiamo dedicato a una tappa obbligatoria per gli amanti del cinema e degli effetti speciali, gli Universal Studios, passando per Downtown per ammirare il magnifico Walt Disney Concert Hall, capolavoro dell’architettura moderna.

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Nascosti dietro la collina di Hollywood, gli Studios vi faranno immergere nella vera atmosfera della più grande industria del divertimento al mondo. Dallo squalo dell’omonimo film, alla casa di Psycho, fino alle ambientazioni di Herry Potter, vi troverete sui set ricostruiti dei più famosi film hollywoodiani.

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La mattina dopo abbiamo imboccato la highway 101 che va a nord, in direzione San Francisco. Appena lasciata Los Angeles (ci metterete circa un’ora), dall’autostrada, si iniziano a vedere zone collinari con grandi tenute contornate da vigneti, lussureggianti paesaggi agricoli seguiti da aree spoglie e battute dal vento, disseminate di pale eoliche.

Monterey

La nostra prossima meta è stata Monterey, a circa quattro ore di auto a nord di L.A., piacevole cittadina sull’oceano, capoluogo di una delle zone di vacanza preferite dai californiani bene.

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Atmosfere da grandi battute di pesca, tempeste oceaniche e lupi di mare. Sotto i moli di legno del porticciolo dominate dai caratteristici ristorantini disposti in fila lungo l’Old Fisherman’s Warf, centinaia di foche si crogiolano sulle scogliere scaldandosi al sole mentre grossi pellicani dal becco giallo attendono seduti sulle balaustre il ritorno dei pescherecci. Qui c’è il famoso Monterey Bay Aquarium con l’annesso Centro Oceanografico tra i più importanti al mondo.

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Dall’Old Fisherman’s Warf partono ogni mattina le barche della per il Whale Watching che portano gli escursionisti a vedere le balene e le orche che attraversano la Baia di Monterey, a volte a poche centinaia di metri dalla riva.

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Vedere questi giganti del mare sotto la prua della barca, le enormi code che si innalzano sulle onde per poi scomparire sott’acqua è un’esperienza davvero unica!

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Il giorno dell’arrivo abbiamo visitato l’acquario e il paese, cenando sul porto, ovviamente con pesce e crostacei, mentre la mattina seguente, dopo la gita del Whale waching abbiamo ripreso l’auto per raggiungere la 17 miles drive, una delle strade costiere più spettacolari d’America.

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Tra spiagge bianchissime e scogliere dominate da pini, querce e cipressi, segue la frastagliata costa che da Monterey scende fino alla famosissima cittadina di Carmel, ritrovo storico dei più grandi artisti, poeti e scrittori americani, il cui sindaco per anni è stato Clint Estwood.

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Un visita e, se siete golfisti, una giocata la merita il Peeble Beach Golf Course, un campo spettacolare contornato dal mare e dai boschi su cui è frequente vedere daini e cerbiatti.
 Se poi non vi basta, oltre a Carmel sempre sulla costa si può raggiungere anche la Big Sur, un altro tratto spettacolare e famosissimo affacciato sull’oceano che ogni anno attira milioni di turisti.

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Noi abbiamo alloggiato per 2 notti all’Hilton Garden Inn di Monterey ma anche Carmel non è da sottovalutare. Ricordate che, nonostante fossimo in California, a differenza della calda e assolata Los Angeles qui anche ad agosto può fare davvero freddo, perciò equipaggiatevi con maglie e giacche anti vento.

San Francisco

Il giorno dopo, sempre sulla 101 in un paio d’ore abbiamo percorso i circa 180 km che da Monterey ci hanno portato fino a San Francisco, una delle città più belle d’America, per posizione, paesaggio e stile di vita.

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Contornata da una spettacolare baia, San Francisco si sviluppa su decine di ripide colline che danno nome ai diversi quartieri della città. Questa particolarità geografica ha reso famose in tutto il mondo le sue strade fatte di sali e scendi, contornate da eleganti case vittoriane color pastello allineate a scaletta e i Cable Car, i caratteristici tram storici che si arrampicano su e giù permettendo ai passeggeri di salire in corsa.

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Al centro della baia c’è l’isola di Alcatraz, sulla sinistra lo spettacolare Golden Gate Bridge e sulla destra i grattaceli del Financial District dominati dal Transamerica Pyramid.

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La parte bella della città è quella a nord di Market Street, una delle strade principali che attraversa il centro in diagonale. Qua è essenziale alloggiare il più in alto possibile, almeno a cinque isolati dalla Market, prendendo come orientamento il Fairmont Hotel, il migliore della città.

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Per il resto, i luoghi da vedere sono Union Square considerato il centro della città e zona dello shopping, la particolarissima e panoramica Lombard Street, piena di fiori che va su a zigzagando (è senso unico e si percorre in auto in discesa), Chinatown – il più antico (e famoso) quartiere cinese fuori dall’Asia dove si accede dalla caratteristica porta d’ingresso, e le Painted Ladies (anche conosciute come le “7 sorelle”),

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Si tratta di 7 case vittoriane che, con lo sfondo dei grattaceli del Financial District e la baia, incorniciano una delle immagini simbolo della città. Dopo aver fatto qualche foto dal giardino di fronte, siamo scesi verso Bay Street dove abbiamo trovato il Fisherman’s Warf e il famoso Pier 39, un molo contornato da centinaia di puzzolentissime e chiassose foche e una spettacolare vista sulla baia e su Alcatraz.

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Per pranzare in questa zona c’è davvero l’imbarazzo della scelta e poi, costeggiando il lungobaia si raggiunge il Marina Boulevard dove sulla sinistra si trova il bellissimo laghetto con il Palace of Fine Arts dove Sean Connery incontrava la figlia nel film “The Rock” (da vedere assolutamente prima di visitare San Francisco) e sulla destra la spiaggia affacciata su quello che è considerato il più bel ponte del mondo, il Golden Gate Bridge, capolavoro dell’ingegneria, magicamente sospeso sullo stretto che collega l’Oceano Pacifico e la San Francisco Bay, in uno degli scenari più suggestivi che si possano immaginare. A patto però che non sia avvolto dalla fitta nebbia che scende spesso sulla città durante l’estate, facendo battere i denti dal freddo, mentre inspiegabilmente il versante di fronte, dove si trova la pittoresca cittadina di Sausalito, è sempre caldo e assolato.

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La frase memorabile riguardo tale fenomeno è di Marc Twain: “l’inverno più freddo della mia vita è stato un’estate a San Francisco!“.

La sera siamo andati a mangiare sushi intorno a Union Square e guardandoci intorno abbiamo notato che tutte le coppie eterosessuali si tengono per mano mentre passeggiano per strada. A San Francisco vive la più grande comunità gay d’America, allegra, estrosa, libera e gentile, ma quando si è in luoghi pubblici bisogna comunque dare segnali precisi per evitare situazioni imbarazzanti.

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La mattina seguente siamo scesi al Fisherman’s Warf e ci siamo imbarcati per Alcatraz. La visita del penitenziario più famoso al mondo va prenotata on line con largo anticipo, altrimenti è quasi impossibile visitarlo e sappiate che ne vale veramente la pena. Girerete per i padiglioni che hanno ospitato i più feroci criminali d’America e potrete anche “assaporare” il gusto di stare dietro le sbarre! Oltretutto da li vista sulla città è spettacolare.

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Nel pomeriggio abbiamo visitato il Japanese Tea Garden, il giardino giapponese con delle pagode e templi che si trova all’interno del Golden Gate Park. Da li ci siamo diretti a Castro, il quartiere gay per antonomasia, molto decantato dalle guide ma in realtà una zona normalissima, poco diversa dalle altre, con strade tranquille e lontana da ogni folcloristica stravaganza che le si vuole attribuire.

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Il giorno dopo siamo finalmente passati sul Golden Gate Bridge, emozionante, e ci siamo fermati nella bellissima cittadina di Sausalito per un caffè vista baia perché da ora in poi di mare ne avremmo visto poco. Da li abbiamo preso . la I580 e ci siamo diretti verso la nostra prossima tappa del viaggio on the road attraverso la West Coast USA: Yosemite National Park.

Yosemite National park

Lo Yosemite parte della catena montuosa della Sierra Nevada ed è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco. Si può dormire all’interno del parco o subito fuori in uno dei numerosi lodge. Noi siamo stati al Yosemite View Lodge, uno dei più vicini alle migliori attrazioni del parco, in primis l’Half Dome.

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Qua abbiamo trascorso due giorni fantastici alla scoperta di questa meraviglia della natura. Tra fitti boschi, cascate tra cui la Yosemite Falls, il Mariposa Grove dove si trovano le sequoie giganti alcune dei quali hanno 2000 anni.

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E poi il Glacier Point, il punto più panoramico da dove lo sguardo spazia sull’intero parco e l’Half Dome, la roccia granitica più alta del mondo (2700 metri) che sembra tagliata a metà, paradiso per gli amanti del free-climbing, disciplina che si dice essere stata inventata proprio da queste parti.

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Siamo stati così fortunati da imbatterci in una famiglia di orsi che attraversava la strada ignorando la nostra presenza, e fermarci per dargli la precedenza è stata la cosa più naturale al mondo.

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Una delle cose più incredibili di questo viaggio on the road è vedere come cambia il paesaggio in poche ore di auto, si passa dall’assolata e mite L.A. alla nebbiosa San Francisco, dai boschi e fresche cascate dello Yosemite National Park ad una delle zone più aride e calde del pianeta, la Death Valley.

Death Valley

Il Death Valley National Park si estende per 150 km di paesaggio lunare, interrotto solo da una piccola oasi chiamata in modo emblematico Furnace Creek Ranch (oggi si chiama The Oasis).

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E’ uno dei tre punto di ristoro della zona, unico sulla strada principale e, anche se sembra incredibile, ha anche un campo da golf, cosa poco interessante per noi considerato che ad agosto le temperature superavano di giorno i 50 gradi mentre di notte si assestano intorno ai 38-40. E quando abbiamo deciso di rinfrescarci in piscina abbiamo scoperto che questa si alimentava da una sorgente naturale, ovviamente calda!

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E’ un luogo desertico che, visto che venite dallo Yosemite, vi farà sentire catapultati in un’altra dimensione.
 Un raccomandazione: prima di inoltrarvi nella vallata fate il pieno di benzina, rifornitevi di bibite e pregate che la macchina vi porti a destinazione… altrimenti rischiate di diventare pasto per i cojotes!

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In ogni caso, dormire nella Death Valley è un’esperienza unica. Dopo aver cenato in albergo, rigorosamente con aria condizionata, la mattina siamo andati a visitare i dintorni: il Dante’s View la terrazza panoramica sul Mojave Desert e sul Badwater Basin, a circa 40 km dall’hotel, poi il Devil’s Golf Course, la distesa di conformazioni saline cristallizzate che sembra che sussurrino sotto il sole cocente, seguito dal Badwater Basin, il punto più basso del Nord America (-86 metri sotto il livello del mare).

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Subito dopo abbiamo raggiunto il famosissimo Zabriskie Point (ricordate l’omonimo film di Antonioni?), il Mosaic Canyon e lo spettacolare – per via dei diversi minerali che tingono la montagna in vari colori – Artist Palette. Tutti posti incredibili che sembrano davvero appartenere ad un altro pianeta.

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Finito il giro della Death Valley, con aria condizionata a palla in poco più di 2 ore abbiamo raggiunto Las Vegas, proprio quando le migliaia di luci e insegne luminose della città cominciavano ad accendersi. Un’emozione vera.

Las Vegas

Capitale del gioco d’azzardo e del divertimento, Las Vegas è uno dei luoghi più assurdi al mondo. Costruita in mezzo al deserto, lungo una sola strada principale – The Strip – quella dei Casinò, in realtà è un gigantesco parco giochi per adulti che oltre alle slot machine e alle roulette offre anche meravigliosi spettacoli e concerti, ristoranti panoramici, club e svago di ogni genere.

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Qui si dorme di giorno e si vive la sera e tutto è studiato per farvi giocare. Infatti, gli hotel sono dentro, o meglio, sopra i casinò, ogni albergo offre h 24 degli spettacolari buffet ad appena 15 dollari per invogliarvi ad entrare, mangiare, bere e poi restarci e spendere dieci volte tanto ai tavoli da gioco.

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Addirittura, in alcuni punti della Strip, per attraversare la strada bisogna prendere le scale mobili che vi fanno salire in uno dei casinò da dove, su un ponte e attraversando un altro casinò, finalmente riuscite a scendere dall’altra parte!

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Dove alloggiare? Beh … sicuramente sulla Strip, poi la scelta è vostra. Il Bellagio è quello più elegante (dovete vedere lo show delle sue fontane danzanti tra musica e luci), il Caesars Palace è davvero kitsch, poi c’è il maestoso MGM Grand, lo sfarzoso Madalay Bay, il Venetian, il Wynn … insomma, la scelta è davvero ampia e ci è impossibile darvi alcun suggerimento perchè ce n’è per tutti i gusti. Tutti alberghi giganteschi, molto divertenti e pacchiani al punto giusto, tra vulcani artificiali, piscine esotiche, gondole e gondolieri, montagne russe e quant’altro si possa immaginare.

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Se poi non siete dei giocatori incalliti e volete vedere qualcosa in più dei tavoli verdi, un’esperienza assolutamente da provare è senz’altro il Las Vegas Indoor Skydiving, il simulatore al chiuso di lancio con paracadute. Divertentissimo e dal quale uscirete con la voglia di imitare Patrick Swayze e Keanu Reeves in Point Break che si lanciavano proprio sopra Lake Powell.

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E quando non ne potevamo più del circo di Las Vegas, che per i “non giocatori” si traduce in circa 2 giorni, siamo risaliti in auto e ci siamo avviati verso il Grand Canyon. Sulla strada, appena usciti dalla città, abbiamo fatto una sosta obbligatoria alla spettacolare diga Hoover Dam sul Lake Powel.

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Dopodiché ci siamo rilassati con un po’ di musica countrycruise control inserito e abbiamo percorso i circa 150 km di strada in mezzo al nulla.

Grand Canyon

Il Grand Canyon è sicuramente uno dei luoghi più impressionanti sul nostro pianeta. L’immensa gola scavata dal fiume Colorado, profonda in alcuni punti fino a 1600 metri, con vertiginosi precipizi e punti panoramici unici, si estende su un’area vastissima.

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La parte migliore, però, è il South Rim ed è lì che dovete cercare alloggio, in uno dei lodge dentro o immediatamente fuori l’ingresso del parco. La scelta è alquanto scarna, perciò informatevi bene (www.grandcanyonlodges.com).

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Non fate l’errore di molti di restare una notte sola. Il parco vale almeno 2 se non 3 notti anche se noi ci saremmo rimasti per una settimana. La mappa vi indicherà quali sono i punti più panoramici, uno tra tutti li Mother Point.

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Oltre a girare in macchina o a piedi potrete fare rafting sul fiume Colorado o scendere nelle gole in sella ad un cavallo o sul dorso di un asino, accompagnati dai ranger. Ma quello che vi resterà per sempre è il tramonto, indimenticabile!

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Ad ogni modo è meglio, anzi essenziale, prenotare tutto ciò prima di partire in quanto questo tipo di attività sono fatte col contagocce e poche persone ogni giorno possono raggiungere la base del Canyon.

Bryce Canyon

Dopo il Grand Canyon ci attendeva, dritti a nord, appena varcato il confine con lo Utah, il Bryce Canyon National Park, un altro dei famosi parchi americani, sempre molto particolare e sicuramente diverso dagli altri ma più piccolo perciò visibitale in mezza giornata.

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Il suo punto più famoso è l’Anfiteatro, una vallata ricoperta dai particolarissimi pinnacoli color arancione formatisi milioni di anni fa dall’erosione terrestre.

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Da li si fa una passeggiata a piedi mezzo ai canyon, ammirando le formazioni rocciose davvero incredibili, con piccoli sassi su cui poggiano altri molto più grandi, archi naturali e bizzarre sculture di ogni genere. Qui si sono ispirati i creatori del famoso cartone animato con Willy il Coyote.

Monument Valley

Nel pomeriggio, lasciato Bryce Canyon, siamo ritornati in Arizona diretti a Kayenta, uno dei luoghi più assurdi d’America.west coast usa on the road

Un piccolo conglomerato di case con tetti di lamiera, metà blu e metà rossi, lungo i due lati della polverosa statale, con tre semafori scricchiolanti che lampeggiano ad intermittenza e un solo hotel, mulinelli di vento che alzano improvvisamente la sabbia e nemmeno un’anima viva.

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Il tutto in mezzo al nulla!

Fortunatamente la nostra vera meta era un’altra. Kayenta infatti è il capoluogo, per così dire, del Monument Valley Park, al centro della riserva degli indiani Navajo, da loro gestito. Noi abbiamo dormito al Kayenta Monument Valley Inn, e ci siamo trovati molto bene, ma in caso contrario non avremmo avuto molte alternative!

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La Monument Valley è il vero simbolo del Far West e dell’America dei Cowboys, dove sono stati ambientati la maggior parte dei film western e non solo (come dimenticare la scena iniziale di Mission Impossible?). E’ stupefacente vederla soprattutto al tramonto, venendo sulla drittissima highway 163, dalla quale si apre uno scenario mozzafiato, con le gigantesche conformazioni rocciose, i Butes, che s’innalzano solitarie tinte di rosso dal sole calante. E’ l’immagine più “on the road” del pianeta!

Sedona

La piccola cittadina di Sedona, al centro di un meraviglioso scenario naturalistico, è la culla del movimento New Age, un luogo considerato tra i più mistici del pianeta, dove si ritiene che le rocce emettano energie particolari, per cui attira da sempre artisti e scrittori, gente appassionata di yoga e pratiche ayurvediche, fricchettoni da tutto il mondo che si metto a meditare all’alba seduti sulle rocce rigenerando i punti d’equilibrio emotivo in cerca di una rinascita spirituale.

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Proprio per questo è un luogo unico e talmente “peace and love” da rendere chiunque calmo, rilassato e felice. Da non crederci!

Qua c’è anche la famosa chiesa Chapel Of The Holy Cross incastrata nella roccia che merita una visita e una foto dalla sua vetrata.

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Per assaporare a pieno questa atmosfera spirituale ci siamo fermati a dormire al Kimpton Amara Resort & Spa, e il giorno dopo abbiamo proseguito il nostro viaggio verso Phoenix.

Phoenix – San Diego – L.A.

Phoenix, come anche nella vicinissima Scottsdale dove abbiamo alloggiato, non c’è niente, ma proprio niente, tranne dei giganteschi cactus qua e là. Strade deserte anche a Downtown e un’imbarazzante desolazione. Scottsdale, elegante e raffinata, è il ritrovo dei pensionati d’America per via del caldo e della scarsa densità e l’unica cosa che c’è da ammirare è il deserto che arriva sin dentro la cittadina.

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Va un po’ meglio a San Diego, sicuramente più animata, ma comunque anch’essa decisamente poco interessante. Basta pensare che per divertirsi, i residenti si sono inventati un tram che in venti minuti li porta oltre alla frontiera con il Mexico, nella pericolosissima Tijuana, dove vanno per spassarsela e ubriacarsi nei bar malfamati per poi, salvo che non li facciano fuori prima, tornare a casa all’alba.

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In ogni caso, se optate per San Diego, l’unica attrazione vera è SeaWorld, il parco acquatico, veramente bello!

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Tornati a Los Angeles dopo più di venti giorni e circa 6000 km avrete la sensazione di aver visto il mondo intero.

La West Coast USA on the road è un viaggio meraviglioso, che tocca luoghi unici e diversissimi e che ricorderete per tutta la vita.

Have a nice trip!

La mappa del nostro viaggio attraverso la West Coast