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Viaggio a Kuala Lumpur

La capitale della Malesia è una delle due grandi e affascinanti metropoli del Sud-Est Asiatico e merita fare un viaggio a Kuala Lumpur come base per poi visitare le altre attrazioni del paese o anche come stop-over di un paio di giorni, magari diretti per una vacanza verso le note mete esotiche della regione. L’altra è sicuramente Singapore.

Ancora in volo, avvicinandosi all’aeroporto di Kuala Lumpur, si sorvolano grandi foreste tropicali color verde scuro, fiumi e laghi, che evocano il clima caldo, umido e piovoso tipico di queste latitudini. Raramente ci sono giornate di pieno sole e spesso arrivano temporali improvvisi, perciò è inutile fidarsi delle previsioni meteo che cambiano con una velocità impressionante. Anche questo, però, fa parte del fascino del posto. Questo ovviamente nei mesi “secchi”, tra maggio e i primi di ottobre, mentre i restanti sei mesi sono segnati dalla stagione delle piogge.

Famosa per le celebri Petronas Towers, le due altissime torri di 451 metri collegate da un panoramico ponte e che svettano in mezzo agli altri grattacieli della città, Kuala Lumpur è una metropoli moderna, tecnologica e vivace, pulita e ordinata, molto sicura e da tempo anche un vero e proprio polo turistico. Da tenere presente che si tratta pur sempre della capitale di un Paese islamico e quindi molte delle regole di questa religione vanno rispettate. Tra queste, per le donne, vestirsi in modo appropriato quando si visitano templi e luoghi sacri: niente spalle e ginocchia scoperte.

Due o tre notti sono più che sufficienti per vedere gran parte delle attrazioni, se non tutte. Kuala Lumpur è una metropoli molto tranquilla e non ha nulla a che vedere con il caos di tuk-tuk, biciclette e mezzi inquinanti di Bangkok e di molte altre grandi capitali asiatiche. Anche qui il traffico è comunque presente e le distanze sono notevoli, quindi usare i taxi o la metropolitana diventa quasi necessario per muoversi con facilità. Oltretutto il caldo e l’umidità spesso rendono le passeggiate a piedi faticose e poco piacevoli.

Dove soggiornare durante un viaggio a Kuala Lumpur

Il cuore della città si chiama KLCC (acronimo di Kuala Lumpur City Center), ed è lì che svettano le Petronas Towers, contornate da altri grattacieli che ospitano alcuni tra i migliori hotel, vari centri commerciali – tra cui Suria (ai piedi delle due torri) – ristoranti e rooftop spettacolari.

KLCC è anche l’area dove conviene soggiornare, tra alberghi modernissimi e studios privati, per avere tutto a portata di mano ed esplorare al meglio la città.

Gli hotel, anche quelli a 5 stelle, sono a buon mercato, mentre proprio intorno alle Petronas si trovano una manciata di torri-condomini che offrono appartamenti e studios. Tutti hanno la piscina sul tetto, palestra e zone comuni, e su Booking o sul web riportano nel nome l’acronimo KLCC per indicarne la posizione. All’inizio ci sembrava un’ottima soluzione, ma poi abbiamo ripiegato sugli alberghi tradizionali dopo aver letto alcune recensioni che segnalavano come gli host che gestiscono gli studios a volte facciano attendere per ore i clienti per la consegna dell’alloggio, oltre ad altre critiche. Magari si tratta solo di casi isolati, quindi restano comunque da prendere in considerazione, per la posizione eccezionale, per il prezzo e per il fatto che spesso possono ospitare 4-6 persone.

Cosa vedere a Kuala Lumpur

La coppia di grattacieli Petronas, simbolo della città, già di per sé merita un viaggio a Kuala Lumpur. Costruite interamente in acciaio e vetro – o meglio, con tantissimo acciaio che le fa luccicare di giorno riflettendo i raggi del sole – le torri sono un’opera architettonica incredibile e unica nel suo genere. Ci si rende conto di quanto siano alte solo trovandosi sotto, con lo sguardo rivolto verso il cielo, mentre fotografarle senza un grandangolo diventa quasi impossibile. Per questo conviene andare in fondo al piccolo parco che si trova sotto le torri e salire su uno dei basamenti di granito: solo lì si trova un’angolazione fotografica decente. La quantità di gente che si fa foto dai punti migliori è tale che difficilmente si può sbagliare.

La sera, illuminate, le Petronas (che si chiamano così perché sono la sede dell’omonima compagnia petrolifera malese) diventano ancora più belle: uno spettacolo luminoso, con la loro luce fredda quasi bianca. Sia il parco che l’incrocio del semaforo di fronte si riempiono di improvvisati fotografi dotati di flash che si propongono ai turisti in cerca dello scatto migliore.

Un’altra fantastica prospettiva delle torri – perché a Kuala Lumpur tutti cercano proprio questo, ossia la vista migliore sulle Petronas – viene offerta da alcuni rooftop degli hotel in zona KLCC, come la terrazza del ristorante e del bar del Banyan Tree, il roof con piscina del W e altri, da dove le si possono ammirare comodamente seduti, sorseggiando un cocktail. Il che rende l’esperienza ancora migliore. Perché, per quanto sia difficile da credere, dal vivo le torri sono ben più impressionanti che nelle foto sul web.

Kuala Lumpur vanta una vita notturna vivace e movimentata, in particolare nella zona di KLCC e nell’adiacente Bukit Bintang. Tanti ristoranti, pub e locali si animano la sera, quando il clima caldo e afoso diventa più sopportabile e persino piacevole.

E poi, la cucina locale è fantastica: un mix di sapori tradizionali asiatici con influenze arabe e chissà cos’altro, usando spezie e prodotti particolari, a tratti mai visti. Molto esotica, anche se poco piccante, varia e sempre bella da vedere. Una gioia per gli occhi e per il palato.

Per muoversi in città, come detto, le distanze sono notevoli, anche se su Maps non sembra. I semafori pedonali durano un’eternità e c’è poca gente a piedi, probabilmente per via del caldo. Spesso, controllando le distanze su Maps, tra andare a piedi o in macchina viene indicato lo stesso tempo: questo per via del traffico. Alla fine, però, il mezzo migliore resta il taxi, perché ci mette lo stesso tempo ma almeno ha l’aria condizionata. Comodissimi ed efficientissimi i Grab (simili a Uber), taxi privati che si dividono in normali e premium. C’è anche una metropolitana e dei treni urbani, tra cui quello che dall’aeroporto porta in città.

Mentre il secondo gioiello di Kuala Lumpur dopo le torri – le grotte con il gigantesco Buddha dorato di Batu Caves – si trova fuori dal centro e quindi lo raccontiamo tra poco, fuori dall’area KLCC (ovvero delle torri) si trovano le altre attrazioni del centro che si possono girare a piedi, facendo una bella passeggiata di circa un paio d’ore con la quale le si visitano tutte. 

Si parte da Jalan Tun H S Lee Street, corta e vivace stradina con alcuni pittoreschi palazzi dove si trovano due dei più importanti templi importantissimi di Kuala Lumpur. Il primo è il Guan Di Temple, un tempio maoista tra i più antichi della Malaisia, fondato nel 1887. Dentro è bellissimo e davvero suggestivo. 

Bellissimo il contrasto tra i templi e, alle loro spalle, la sagoma di KL118 (o Merdeka 118), uno dei grattacieli più alti al mondo con i suoi 678 metri d’altezza e una gigantesca punta che sembra toccare il cielo.

Il secondo tempio, a poche decine di metri sull’altro lato della stradina è il Tempio induista di Sri Mahamariamman, la dea protettrice di Kuala Lumpur, con la sua torre caratteristica torre riccamente decorata. 

Girato l’angolo di Jalan Tun verso l’ingresso di Chinatown ci si trova all’improvviso in un quadrilatero animato e caratteristico, pieno minuscoli locali di street food. Qualche altro metro in più ed eccoci ad uno dei due gate di Chinatown. Il mercato è ovviamente quasi interamente dedicato a prodotti di lusso contraffatti (male) di tutti i tipi, dai Rolex alle Louis Vuitton e molto altro. 

Qui bisogna spendere due parole per i malesiani. Perché non solo al mercato di Chinatown non c’è nessuno, ma proprio nessuno che insiste o ti rincorre per venderti qualcosa, ma in generale ovunque regna un rispetto ed un educazione estrema abbinata alla solita grande gentilezza, dolcezza e sorrisi che da parte della cultura di questa parte del mondo.

Lasciandoci alle spalle Chinatown, la passeggiata continua fino al River of Life, un punto particolare della città dove si incrociano due piccoli fiumi, Klang e Gombak. Proprio laddove, in mezzo, si trova la moschea più antica di Kuala Lumpur, la Masjid Jamek Sultan Abdul Samad. È un’importante opera di rigenerazione urbana che ha creato un waterfront cittadino che oggi è un’angolo attrattivo per i turisti che possono ammirare il contrasto della moschea e i grattacieli alle sue spalle.

Per completare il giro, a pochi metri da River of Life si trova la piazza “ufficiale” della città, Merdeka Place (o Piazza dell’Indipendenza), luogo simbolo del colonialismo e della successiva liberazione, dove sorgono il grande palazzo governativo Sultan Samad, ex sede del governatorato britannico e il caratteristico verde campo da cricket che occupa una parte della piazza delimitato da un lato dal Royal Selangor Club, l’antico circolo di cricket fondato sempre dai britannici nel 1884.

Batu Caves

Le grotte Batu sono la seconda attrazione più visitata di Kuala Lumpur. Distano circa 20 minuti d’auto dal centro (oppure altrettanto con un comodo trenino urbano) e rappresentano uno dei più importanti santuari degli induisti malesi. Già da lontano si scorge la gigantesca statua dorata alta 40 metri e, sulla sua sinistra, la coloratissima e ripida scalinata di ben 272 gradini che porta alla bocca di questa enorme cavità nella montagna.

Dentro si trovano tre grandi grotte calcaree, la Cathedral Cave e due più piccole. Ovunque ci sono templi induisti, incensi fumanti e altari per i riti.

L’ultima grotta in fondo, collegata anch’essa da una scalinata – per fortuna più breve – è illuminata dalla luce naturale che arriva dall’apertura in alto, mentre i ripidi pendii della roccia ospitano centinaia di piccole scimmie che scendono giù dal monte per proteggersi dal caldo e cercare di rimediare qualcosa dai turisti. Bisogna stare attenti alle scimmie, che a volte sono aggressive e i cui morsi possono trasmettere malattie. Occorre anche tenere presente che dentro le grotte fa caldo e a volte l’umidità è davvero notevole. Infine, ricordarsi che nei templi non sono ammesse donne con ginocchia e spalle scoperte: bisogna vestirsi in modo appropriato alle tradizioni, altrimenti si rischia di non poter entrare.

Bukit Bintang

Infine, se rimane un po’ di tempo, si può visitare la vivace area di Bukit Bintang, zona dello shopping di lusso, ristoranti e locali. Famosa anche per lo street food, l’area è raggiungibile con un collegamento coperto che dal centro commerciale Suria (KLCC, quello sotto le torri Petronas) porta al centro commerciale Pavilion di Bukit Bintang.

Impregnata dell’umidità tropicale che caratterizza tutte le metropoli asiatiche e avvolta da una lussureggiante vegetazione, anche Kuala Lumpur ha quell’affascinante contrasto tra modernità e tradizione, tra grattacieli avveniristici e bassi edifici coloniali che sembrano resistere al progresso: vicoli e scorci che sembrano usciti dai film di Jackie Chan e lussuosissimi centri commerciali con ristoranti e negozi di lusso.

Vale la pena fare un viaggio a Kuala Lumpur? Secondo noi assolutamente sì. È una città che ci ha fatto sentire, seppur per pochi giorni, davvero i benvenuti.