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Weekend a Trieste e dintorni

I

l nostro ultimo weekend a Trieste è arrivato del tutto inaspettato. A un passo dal Natale, stavamo già organizzando la partenza per le vacanze, e tutto pensavamo fuorché andarcene ancora più a nord con il rischio di trovare brutto tempo e soprattutto il freddo.

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Alla fine, complice un impegno che ci ha spinti a fare la valigia (non siamo certo tipi da tirarci indietro), siamo partiti per visitare Trieste e i suoi dintorni con il nostro solito entusiasmo e con la convinzione che se il tempo non ci avesse assistito, avremmo potuto goderci tre giorni meravigliosi all’insegna del buon cibo, cioccolate calde nei caffè del centro e degustazioni di vini nelle tipiche Osmize.

Eh sì, perché il capoluogo di Friuli-Venezia-Giulia è noto per la “bora”, il vento tipicamente triestino che soffia fino a 200km/h impedendo di camminare, per non parlare di aprire un ombrello in caso di pioggia!

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E’ per questo che fra i primi consigli per visitare Trieste fra ottobre e marzo c’è quello di avere sempre un abbigliamento adatto a un’uscita in barca a vela, con giacche antivento (di quelle serie), cappello (ben ancorato alla testa e che non possa volare via) e guanti. Qua le signore “bene” non usano né cappotti né pellicce, ma si adeguano al meteo senza fare storie.

Non è un caso che Trieste sia celebre tra i velisti di tutto il mondo per la Barcolana, storica regata che si tiene nella seconda domenica di ottobre e che con le sue quasi 2000 barche è la più affollata del pianeta.

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Città di frontiera, elegante e colta, tipicamente centroeuropea, Trieste ha una storia incredibile che merita essere accennata per capire lo spirito del luogo.

Nel 1719 diventa porto franco nonché unico accesso al mare dell’Impero Austro-Ungarico. Italiani e sloveni, ma anche croati ed ebrei convivono prosperando dal commercio che passa per il porto commerciale che oggi è il più grande d’Italia. La città diventa italiana solo del 1920 dopo il Trattato di Rapallo, poi, alla fine della Seconda Guerra Mondiale arriva l’occupazione nazista seguita da quella dei partigiani jugoslavi. Nel 1947 viene proclamata città-stato indipendente sotto la protezione delle Nazioni Unite, divisa in zona italiana e jugoslava, i cui confini vengono definiti solo nel 1975 ed infine nel 2004 tutto si risolve con l’ingresso della Slovenia all’UE.

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Tutt’oggi la comunità slovena ha una presenza fortissima, come si nota dai cognomi degli abitanti e dalle scritte bilingue presenti ovunque, comprese le indicazioni stradali e i nomi dei centri abitati.

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Come accennavamo prima, avevamo alcune perplessità nel partire a dicembre con tempo incerto e temperature gelide in arrivo, ma poi abbiamo scoperto (e confermiamo) che secondo i triestini DOC il tardo autunno e l’inverno sono i momenti migliori per cogliere l’atmosfera e le caratteristiche di queste zone, a patto di vestirsi adeguatamente (vedi sopra) e visitare Trieste in tre giorni almeno perché non dovete perdervi anche i dintorni. Se poi avete qualche giorno in più potreste anche ipotizzare un lungo weekend Trieste e Slovenia, visto che le distanze sono davvero minime.

Il nostro weekend a Trieste

Siamo atterrati all’aeroporto Ronchi dei Legionari che dista circa 40 minuti dal centro città e abbiamo affittato un’auto che si è rivelato il modo migliore per girare soprattutto quando fa freddo e tira vento. Nonostante le distanze ridotte, le difficoltà di parcheggiare in centro e gli ottimi trasporti pubblici, avere un’auto a disposizione permette di essere più liberi (oltre ad essere anche più conveniente rispetto ai taxi) sia per il tragitto dall’aeroporto che per raggiungere le principali attrazioni non centrali, come il Castello di Miramare, quello di Duino e le Osmize sul Carso. Perché la città di Trieste di per sé è piccola e basterebbero un paio di giorni per visitarla, ma intorno ci sono tante altre cose che vi consigliamo di non mancare.

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Abbiamo scelto il Savoia Excelsior Palace, che si è rivelato una vera sorpresa. Capita raramente di pagare un buon prezzo per un hotel 4 stelle e di trovarsi, invece, in una struttura della caratura di un albergo di lusso (5 stelle le meriterebbe tutte), nella migliore posizione possibile. Affaccio sulla Riva del Mandracchio, adiacente alla centralissima piazza Unità d’Italia, contornato da ristoranti e locali e con tutto ciò che ci serviva raggiungibile a piedi.

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Il cuore di Trieste è appunto la maestosa Piazza Unità d’Italia, aperta da un lato sul mare come per ribadire il legame indissolubile della città con l’acqua, ornata da due altissimi piloni portabandiera che s’innalzano sui due lati. La cui pavimentazione è ricoperta di coreografiche luci blu che simboleggiano il mare.

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Sulla piazza affacciano gli edifici più belli di Trieste. Il primo è il Municipio, sovrastato dalla torre campanaria con l’orologio e i due mori, chiamati dai triestini Micheze e Jacheze. Ai piedi del palazzo si trova anche la Fontana dei Quattro Continenti, chiamata così perché all’epoca della sua costruzione se ne conoscevano soltanto quattro.

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Al Municipio segue, per maestosità, il Palazzo della Luogotenenza austriaca, oggi sede della Prefettura, rivestito dai caratteristici mosaici dorati che splendono al sole prima del tramonto.

Seguono Palazzo Stratti, dove si trova uno dei luoghi storici, il Caffè degli Specchi, Palazzo Modello e Palazzo Pitteri.

Affacciato sul mare si trova l’approdo chiamato Scala Reale, con due composizioni scultoree sui due lati molto suggestive al tramonto.

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La piazza dà il meglio di sé la sera quando si illumina interamente per dare un vero spettacolo di luci e bellezza.

Accanto alla Scala Reale si trova un altro luogo amato dai triestini, il Molo Audace, un pontile lungo quasi 250 metri. Camminando verso la sua estremità, tra il vento che soffia e le onde che sbattono, si ha la sensazione di trovarsi in mezzo al mare e voltandosi si gode anche una prospettiva diversa e affascinante sulla città.

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I due quartieri centrali, che si trovano ai due lati della Piazza Unità d’Italia, sono Borgo Teresiano e Borgo Giuseppino.

Il primo, è stato voluto e costruito dall’Imperatore d’Austria Calo VI. Edifici freddi ed imponenti in perfetto stile mitteleuropeo, strade dritte e un’urbanizzazione sapiente ed elegante.

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Il centro del Borgo Teresiano è Canal Grande, realizzato nel 1750 scavando nelle saline per permettere alle imbarcazioni di raggiungere direttamente il centro cittadino per caricare e scaricare le merci. All’inizio del canale si può ammirare il Palazzo Gopcevich. Bellissima la prospettiva dalla Riva del Mandracchio con i ponti e la Chiesa di Sant’Antonio sullo sfondo.

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Tra Piazza Unità d’Italia e il borgo si trova anche Piazza della Borsa, nei secoli cuore economico e finanziario di Trieste da cui parte Corso Italia, la strada dello shopping.

Oltrepassata Piazza Unità d’Italia c’è, invece, Borgo Giuseppino, voluto da un altro imperatore austriaco, Giuseppe II d’Asburgo Lorena. Dopo aver percorso le stradine e i vicoli della città vecchia, perlopiù pedonali, con ristorantini, locali e caffè racchiusi tra via Cadorna, via Diaz, via Peschiera e intorno a Piazza di Cavana, si raggiunte il cuore del borgo, Piazza Venezia, di fronte all’Acquario marino.

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Le distanze sono minime e tutto è raggiungibile a piedi, “bora” permettendo! Una nota particolare va ai caffè storici di Trieste, nati dallo storico legame commerciale della città con il traffico di caffè e la torrefazione. Luoghi di antico sapore, ritrovi degli intellettuali dell’epoca, da Stendhal a Joyce, oggi sono uno punti d’orgoglio della città. Antico Caffè San Marco (da visitare anche per la sua bellissima libreria), Caffè Specchi, Caffè Tommaseo, Caffè Tergesteo e Caffè Stella Polare sono solo alcuni dei nomi più celebri.

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La sera i ristoranti tipici accolgono gli ospiti con gentilezza e orgoglio. Vi consigliamo la trattoria Nero di Seppia per un ottimo pesce in centro, con una bella atmosfera familiare e cucina sapiente. L’Antipasteria di mare alla Voliga per qualcosa di più rustico ma un po’ fuori mano.

Cosa vedere nei dintorni di Trieste

Fuori dal centro non potete mancare il Castello di Miramare e la Risiera di San Sabba, raggiungibili oltre che in macchina anche in taxi o con i mezzi pubblici.

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Il Castello di Miramare è il simbolo di Trieste. Dista circa 6 chilometri dal centro. Residenza estiva degli imperatori austriaci, il bellissimo castello si affaccia in modo panoramico sul golfo mentre il blu del mare risalta meravigliosamente il suo color bianco candido. Di costruzione abbastanza recente, è stato infatti edificato tra il 1856 e il 1860, è circondato da un parco di 22 ettari.

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L’interno è fantastico e sembra di trovarsi sul ponte di una nave da crociera. Sono stati conservati gli arredi originali e fa impressione quanto sia calda e accogliente l’atmosfera degli ambienti che hanno ospitato anche la famosa Principessa Sissi. La visita del parco è gratuita, mentre per l’interno il biglietto costa € 10 (gratuito la prima domenica del mese).

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Molto suggestivo anche il viale d’accesso, con i faraglioni battuti dalle onde della riserva marina e lo stabilimento balneare più famoso di Triste, il Bagno Sticco.

La Risiera di San Sabba, invece, si trova nella parte opposta della città, sulla strada che porta a Muggia, verso la Slovenia.

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Ex stabilimento per la pulitura del riso trasformato in campo di concentramento durante la Seconda guerra mondiale, l’unico in Italia tristemente dotato di forno crematorio. Oggi il complesso è un monumento nazionale, un luogo della memoria, da visitare per riflettere. L’ingresso è gratuito.

Se si ha la macchina, proseguendo oltre la Risiera di San Sabba, in pochi chilometri si arriva al pittoresco borgo di Muggia che sorge su un piccolo promontorio affacciato sul golfo di Trieste e sulla zona industriale. Il piccolo porticciolo dominato dal castello e la piazza centrale ospitano caratteristiche trattorie di pesce e angoli suggestivi.

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Infine, non si può vistare Trieste senza andare a mangiare in una delle Osmize, le aziende agricole sulle aspre colline del Carso affacciate sul mare. Questa zona si trova tra Trieste e l’aeroporto, lungo l’autostrada. Si esce avventurandosi sulle stradine di campagna, circondati da terreni rocciosi che, proprio per questa sua caratteristica, sono così poco fertili da dar vita a vini eccellenti.

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Le Osmize nascono nel lontano 1784 quando l’Imperatore Francesco Giuseppe concesse ai contadini di vendere direttamente i proprio prodotti. Questa tradizione è rimasta fino ai giorni nostri e, a parte la difficoltà di trovarle, una volta entrati ci si immerge in un’atmosfera contadina davvero accogliente, tra cantine, vitigni, camini accesi, degustazione di vini, formaggi e insaccati.

Visto che le Osmize non sono sempre aperte al pubblico, prima di partire per questa gita abbiamo consultato il sito www.osmize.com dove giorno per giorno vengono riportate quelle aperte. Noi siamo stati da Zidarich e ci siamo trovati benissimo. Uno dei loro vini rossi, il Rujè è eccezionale, come la Vitovska e i prodotti tipici che abbiamo assaggiato. Con tanto di panorama verso il mare e il Castello di Duino.

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Eh si, perché “andando per osmize”, come dicono i triestini, non si può saltare la visita del Castello di Duino, ai piedi delle colline del Carso. A picco sulla scogliera, in posizione dominante, il castello in inverno è aperto solo nei fine settimana e festivi. Se lo doveste trovare chiuso, lo potrete ammirare dall’alto del Sentiero Rilke, la passeggiata panoramica sopra il mare della Riserva Naturale delle Falesie di Duino.

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Che dire, a noi questa “fuga” invernale a Trieste è piaciuta. Ci siamo rilassati, abbiamo mangiato bene e visto un angolo d’Italia particolare e inusuale.

Se poi volete proseguire non perdetevi il nostro racconto di viaggio in SLOVENIA.

Buon viaggio!

Mappa del nostro Weekend a Trento e dintorni