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Viaggio in Belgio

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opo anni di insistenze (di Kiro), finalmente Miky, complice un impegno lavorativo, ha ceduto all’idea di fare un viaggio in Belgio visto che, essendo già stata molte volte a Bruxelles per lavoro, condivideva la diffusa opinione per cui la capitale d’Europa sia noiosa, deprimente, poco interessante e per nulla divertente.

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Con questo spirito di “grande” entusiasmo decidiamo di passare un lungo weekend, collegato ad alcuni giorni di lavoro a metà luglio, con l’auspicio del bel tempo… il che significa da queste parti non imbattersi in una delle 300 giornate all’anno caratterizzate da cielo coperto, nuvole e grigie e quella leggera, ma costante pioggerellina che stroncherebbe l’umore di chiunque non sia svedese o norvegese.

Sbarcati all’aeroporto constatiamo che purtroppo siamo stati troppo ottimisti e che anche in piena estate lo scenario meteorologico non cambia più di tanto! La temperatura massima è di 16 gradi (noi arrivavamo dai 32 di Roma) ed effettivamente le nuvole – come si legge – sembrano più basse del normale, ma almeno (per spezzare una lancia a favore del Belgio) con una tonalità di grigio davvero elegante!

 

BRUXELLES

Per uscire dall’aeroporto National, quello più vicino al centro città per intenderci, percorrendo un’infinità di scale mobili impieghiamo quasi lo stesso tempo dell’intero volo da Roma a qui, ma poi il comodissimo treno urbano, pulito e puntuale (anzi, in anticipo) ci porta in soli 17 minuti dritti alla Stazione centrale(Bruxelles Centrale).

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Sapendo quanto sia in realtà piccolo il centro di Bruxelles rispetto a quello delle altre capitali europee, abbiamo prenotato al Royal Windsor Hotel Grand Place, un 5 stelle che su internet ha recensioni altalenanti che ci ha convinti per la posizione perfetta (è accanto alla Stazione centrale da dove non solo si arriva dall’aeroporto, ma si prendono i treni per Bruges e Gent) e nonostante sia contornato da tutto quello che c’è da visitare in città si trova su una strada tranquilla come il bellissimo e chicchissimo Hotel Amigo, che resta una valida alternativa.

La nostra stanza, al sesto piano, era una deluxe al sesto piano, appena rinnovata, bella e confortevole, mentre ci è rimasto qualche sospetto che ai piani di sotto le cose non fossero proprio allo stesso livello. Comunque, il rapporto qualità-prezzo è eccellente, perciò c’è poco da lamentarsi. L’unica vera pecca è la colazione, che ha un costo di €30 euro a persona (in linea però con gli altri hotel della città). Da un prezzo del genere ti aspetteresti una colazione suntuosa e invece c’è il minimo indispensabile per un 5 stelle.

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Bruxelles, quella da visitare, si può dividere in tre aree collegate tra loro e girabili interamente a piedi.

La prima, quella centrale e più turistica, si sviluppa intorno alla piazza principale, laGrand Place (Grote Markt), il cuore della città, dove svetta la torre del bellissimoHotel de Ville (il Municipio) contornato dagli edifici più preziosi di Bruxelles. Bella soprattutto di mattina quanto il sole (premesso che si sia) illumina il suo lato migliore.

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Le viuzze intorno, perlopiù pedonali, sono invase da ristoranti e locali gestiti da arabi e frequentati da giovani ragazzi nordeuropei con zaino in spalla e turisti.

Si beve tanta birra (che qui costa quanto l’acqua) e si mangiano cose di dubbia provenienza e qualità. Si salvano solo le famosissime cioccolatterie, veri piccoli templi della golosità, la cui eccellenza non può essere messa in discussione.

Passeggiando verso la Grand Place incontrerete la Galleria Saint Hubert (zona autogovernata dal 1960 insieme alle strette stradine che la contornano chiamate Isola Sacra) e se l’attraversate giungerete in un attimo alla Cattedrale, in stile gotico e somigliante a Notre Dame de Paris.

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Per pranzo vi consigliamo di mangiare il Fish & Chips da Bia Mara, un posto easy, ma dove troverete pesce fresco e ben cucinato,

Dall’altra parte della Grand Place, invece, incamminandosi lungo la l’Etuve Stoof si arriva al Manneken Pis, la statua del bambino che fa pipì, diventato simbolo della città (pensate come sono messi!!!!) le cui infinite riproduzioni – in tutte le misure e colori possibili – riempiono le vetrine dei negozi di souvenir. La legenda narra che il bimbo, apparentemente di circa tre anni, abbia fatto la pipì sulla miccia di un cannone salvando la città dalla distruzione… A noi la storia appare inverosimile, ma ognuno tragga le sue conclusioni!

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Nelle stradine intorno al bambino incontinente ci sono anche molti dei famosi murales rappresentanti noti personaggi dei fumetti, che poi continuano nel quartiere Sablon e in gran parte del centro.
Chiedete una mappa dei murales ad uno degli info point e andate a cercarli in una specie di caccia al tesoro che vi divertirà nel girare la città.

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La seconda area, adiacente alla Grand Place comincia di fronte alla Borsa, un’edificio neoclassico sito nell’omonima Place de la Bourse. E’ il luogo giusto per pranzare o cenare evitando i luoghi turistici, approfittando di una delle tantebrasserie frequentate dalla gente del posto, racchiuse intorno alla piccola cattedrale gotica di Place Ste-Catherine. E’ l’area meno interessante, ma piena di negozietti molto carini e piacevoli da visitare. Noi abbiamo cenato al Brasserie Jaloa, “cugina” dell’omonimo ristorante poco distante, ma in quei giorni chiuso per ferie.

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La terza zona è quella che ci è piaciuta di più e che va dalla Stazione Centrale fino al Palazzo Reale risalendo le varie scalinate e comprende anche il quartiereSablon, sulla sinistra.

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Già mentre si sale si aprono suggestive vedute sulla città (Place de Albertine) per arrivare al bizzarro edificio Old England – con un panoramico terrazzo in cima – e al Museo delle Belle Arti.  Quest’ultimo, si divide in diverse sezioni e noi abbiamo visitato quella degli Old Masters in cui troverete molta arte fiamminga, tra cui Bosch, Rembrandt e vari esponenti della famiglia Bruegel, come anche quella dedicata interamente a Magrit.
Anche per chi non è amante della pittura, merita essere vistato magari in caso di pioggia.

Di fronte al Museo, sulla piazza, si trova anche il Palazzo Reale e sulla sinistra il Parc de Bruxelles, per una passeggiata rilassante che in cinque minuti porta a Place De Luxemburg, sede secondaria del Parlamento Europeo.

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Recentemente è stato allestito il Parlamentarium, un museo interattivo dedicato alla storia della Comunità Europea, molto adatta agli studenti o a chiunque non sia particolarmente informato al riguardo.

Uscendo dal Museo e dirigendosi verso destra su Rue De La Regence, inizia il quartiere Sablon, quello chic delle gallerie antiquarie e dei ristoranti. Il centro del quartiere è piazza Du Grand Sablon dove si trova la cattedrale di Notre Dame du Sablon (a pochi passi da Museo) e di fronte ad essa il bellissimo giardino Parc d’Egmond.
Per gli amanti di oggetti d’arredo particolari c’è la Rue Blaes.

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La strada (e il quartiere) finiscono con il gigantesco Palazzo della Giustizia dominante l’intera città nonché uno dei punti più panoramici. Potete scendere con l’ascensore pubblico (subito sotto di esso si trova anche uno dei più bei murales diBruxelles) e avventurarvi sulle stradine piene di gallerie d’arte, antiquari e numerosi ristoranti. Noi abbiamo provato il delizioso e particolarismo L’Idiot du Village dove abbiamo mangiato uno dei migliori fois gras di sempre.

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Alle tre aree centrali di Bruxelles, visitabili tranquillamente in una giornata e perlopiù a piedi, c’è da aggiungere l’Atomium, simbolo della città (insieme al bambino incontinente), un gigantesco atomo d’acciaio costruito per l’EXPO del 1958 nel parco Heyzel, alto 102 metri. L’Atomium è raggiungibile in 20 minuti di metro dalla Stazione Centrale prendendo la linea 1 (rossa) fino a Beekkant e da lì la 6 (blu) fino alla fermata di Heyzel. Andateci nel tardo pomeriggio, per fare lo scatto migliore (premesso che ci sia sole). E’ visitabile anche all’interno, passando da una sfera all’altra fino a quella più alta e panoramica.

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Insomma, tempo a parte, Bruxelles – denigrata e snobbata da molti – è stata una metà molto piacevole, anche se non indimenticabile, da vedere almeno una volta nella vita e non meno interessante di mete molto più gettonate. Inoltre, l’abbiamo trovata una capitale internazionale, multiculturale e anche gay-friendly, probabilmente per via dell’influenza della vicina Olanda.

Il cibo non è granché, salvo gli onnipresenti waffel e il cioccolato. In centro, gli scorci suggestivi a volte si alternano con case abbandonate o negozi chiusi, a volte nei vicoli si sono degli odori troppo forti di umido o pipì. Appena esce il sole, però, la città cambia mostrando tutta la sua pacata bellezza. E poi, oltre ad essere dei veri poliglotti, qui tutti parlano inglese. Un vantaggio non da poco!

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Unica raccomandazione, oltre all’ombrello da portare sempre con sè, è stare attenti ai borseggiatori, davvero tanti sulle strette e caotiche viuzze del centro.

 

BRUGES

Tutti dicevano che se c’è una cosa che merita veramente essere vista in Belgio questa è Bruges … e avevano ragione! Una cittadina stupenda e romantica.

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Dalla Stazione Centrale di Bruxelles il treno ci mette circa 50 minuti per portarci in questo autentico gioiello nordeuropeo che sembra letteralmente uscito dalle favole: case seicentesche con facciate riccamente decorate che affacciano su piccoli canali abitati da papere e cigni, quiete e pittoresche stradine coperte di sampietrini che ospitano accoglienti brasserie e antichi pub, due magnifiche piazze principali e il tutto sovrastato dalle altissime torri e guglie della Cattedrale e delMunicipio che si elevano sopra i tetti delle case.

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Per sentire al meglio l’atmosfera del posti abbiamo preferito un tipico B&B al posto dell’hotel e la scelta è stata perfetta. Quello da noi scelto si chiama De Corenbloem, un palazzo risalente al Medioevo, completamente ristrutturato e arredato con gran gusto dove i padroni di casa si prendono cura dei loro ospiti facendoli sentire a casa propria.

Stanze decorate con letto a baldacchino, colazione sotto i lampadari di cristallo nel salone di sotto con musica classica di sottofondo, un giardino interno con tanto di serra e odore di nobiltà decaduta. Per veri intenditori! De Corenbloem si trova nel centro storico di Bruges che si gira a piedi in non più di due ore.

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Seguite il percorso completo dei canali, dove ogni scorcio è magnifico, fino ad arrivare al Rozenhoedkaai, il luogo più fotografato della città dove il canale fa una scenografica curva. La luce per le fotografie è perfetta al mattino.

Da lì si prosegue fino al Begijnhof, il quartiere in cui anticamente vivevano le donne laiche che volevano servire Dio senza ritirarsi dal mondo, spesso erano mogli di uomini partiti per la guerra che si univano per ottenere l’aiuto di ricchi benefattori, per poi tornare verso le due magnifiche piazze principali, Grand PlaceBurg.

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Nel pomeriggio, dopo aver esplorato praticamente tutto, abbiamo affittato delle bici (ma si può fare anche a piedi) andando a vedere i quattro mulini lungo il canale che circonda il centro, per poi cenare a Le Couvert, caratteristico e con ottima cucina a prezzi alti, come in ogni altro posto in Belgio.

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In questo paese dormire non costa niente, ma il mangiare se lo fanno pagare eccome: per un main course, un dolce e una bottiglia di rosso di medio livello, in due si spende quanto una stanza d’albergo!

 

GENT

Avevamo letto su internet che Gent fosse una specie di Bruges ma più autentica, non turistica e pertanto raccomandata da molti. Vista la vicinanza con quest’ultima, da cui dista solo 20 minuti di treno, abbiamo deciso di farci un giro prima di tornare a Bruxelles. Arrivati in tarda mattinata abbiamo preso il tram n.1 che collega la stazione al centro della città. Pioveva a dirotto… A luglio!!!!

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Ecco perché abbiamo dovuto scartare l’idea delle biciclette, opzione che sarebbe perfetta per visitare il centro storico in poco tempo. Anche a piedi, però, ci sono volute meno di due ore per vedere tutto, dal magnifico Castello dei Conti, eccellente esempio di fortificazione medievale che, sopratutto con il maltempo, incute rispetto e timore come pochi altri, alla Cattedrale di Saint Bavon (famosa per ospitare l’Adorazione dell’Agnello Mistico, il polittico dei fratelli van Eyck), la torre del Municipio e la chiesa di Saint Nicholas, che si susseguono regalando una prospettiva urbana davvero interessante. Gent sembra più una città olandese che belga, qui si parla fiammingo e sia i canali che l’architettura, ricordano molto Amsterdam.

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Il centro cittadino è Korenlei, la parte del canale principale dov’è concentrato il complesso di case storiche più importante e da dove partono le barche per un giro della città, cosa che noi non abbiamo fatto a causa del mal tempo.
Gent non è sicuramente paragonabile a Bruges ma non perché meno bello bensì perché una città molto diversa. Medievale, meno turistica, merita comunque di essere visitata, anche per sola mezza giornata.

Infine, ci sarebbe rimasta Anversa, che però non abbiamo visto (complice il disincentivante maltempo), ma avremmo potuto anche considerata la vicinanza e gli ottimi, frequentissimi e puntualissimi collegamenti ferroviari che fanno delBelgio una delle nazioni più facili da girare in Europa!

Così, dopo quattro giorni (e tre notti) abbiamo terminato il nostro viaggio in Belgio e visitato (quasi) tutto il paese! Con una notte in più (che, ahimè, non avevamo) avremmo potuto vedere davvero tutto!

Bon Voyage!

La mappa del nostro viaggio in Belgio